Scure su portaborse e viaggi risparmi per 13 milioni l’anno

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Le presidenze di Camera e Senato non interverranno tuttavia sulla voce principale, l’indennità  in senso stretto, già  decurtata, e sarà  fatta salva anche la diaria (da 3.500 euro). Stando alle prime indiscrezioni filtrate dagli uffici di presidenza, ad essere sottratto già  dai prossimi mesi alla disponibilità  degli onorevoli sarà  piuttosto il budget per il cosiddetto portaborse. Ovvero i 3.690 euro che vengono erogati alla Camera e i 4.180 al Senato per il mantenimento della segreteria e dei collaboratori. L’obiettivo è l’adeguamento ai parametri dell’Europarlamento, ma anche di Germania e Belgio: sarà  l’amministrazione a pagare direttamente l’assistente che il parlamentare vorrà  scegliersi. Per le spese di segreteria nella città  di origine, il meccanismo sarà  quello francese della documentazione della spesa effettivamente sostenuta. In questo modo, Montecitorio e Palazzo Madama contano di risparmiare una media – ancora molto approssimativa e del tutto teorica – di 1.000 euro per parlamentare. Che equivarrebbe a poco meno di un milione al mese e quasi 12 in un anno. Si tratta di proposte al momento in discussione nei due uffici di presidenza, ma Fini e Schifani intendono mettere nero su bianco entro gennaio. 
Già  decisa invece la decurtazione sui benefit accessori. A cominciare dai viaggi. Addio ai voli gratis e senza limiti. L’onorevole per tornare nella città  d’origine o per spostarsi da un punto all’altro del territorio nazionale dovrà  attingere al plafond che la Camera metterà  a disposizione di ciascun gruppo. Montecitorio conta di risparmiare così un milione di euro nel 2012, passando da una spesa di 9,4 a 8,4 milioni. Sulla stessa linea dovrebbe muoversi Palazzo Madama. In concreto, la svolta fa sì che sia il gruppo di appartenenza a dividere tra i deputati, a seconda dell’esigenza effettiva, i biglietti messi a disposizione dall’amministrazione. E a quel punto – spiega uno dei questori – sarà  inevitabile che i ticket resteranno illimitati per l’attività  politica del deputato-leader (da Bersani ad Alfano, piuttosto che Casini e Di Pietro), mentre il parlamentare semplice avrà  a disposizione solo quelli necessari a rientrare a casa.


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