Prove di fiducia, lo spread sotto quota 400

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ROMA — Un mercoledì «brillante», se così si può dire andando a cercare un termine per definire una giornata decisamente non «nera» per i mercati: i rendimenti dei Btp decennali, che fanno da punto di riferimento su come vanno le cose, sono calati al 5,68% e il famigerato spread con i Bund tedeschi di uguale durata è sceso abbondantemente sotto i 400 punti, raggiungendo con 381 punti base il livello di fine ottobre. Nello stesso tempo Piazza Affari è schizzata in alto del 2,76% spinta dai titoli bancari in grande riscossa. Insomma una giornata del tutto positiva sulla quale l’unico dubbio che pesa è se si ripeterà  e se, in ogni caso, rappresenterà  il punto di svolta tanto atteso. A condizionare il clima delle contrattazioni, questa volta verso il sereno, sono state ancora le attese per la definizione — che ieri si prevedeva rapida — dell’accordo con i creditori privati sul debito greco. La performance dei titoli di Stato italiani è stata dunque positiva: i rendimenti hanno conquistato una distanza di sicurezza dalla soglia del 6% e lo spread si è allontanato dal varco dei 400 punti calando di 32 punti base. «Lo spread deve scendere ancora e scenderà », ha commentato il presidente del Consiglio, Mario Monti, aggiungendo che dalla fase più acuta di novembre «il differenziale è calato di 200 punti base». L’obiettivo per un miglioramento delle stime su bilancio e crescita è di scendere sotto i 300 punti, secondo le analisi della Banca d’Italia. Mentre Fitch ha avvertito che il differenziale dovrà  contrarsi sotto i 200 punti base. 
In ogni caso per Monti la tendenza «è decrescente» e tassi di interesse in calo sono positivi per i conti dello Stato: il vincolo europeo sul rapporto debito-Pil «è severo ma non impossibile» ha poi detto. I dati sul fabbisogno di gennaio risentono però ancora delle tensioni sul debito sovrano e della maggiore spesa per interessi: 3,3 miliardi, 0,9 miliardi in più dello stesso mese dello scorso anno. 
Anche le Borse ieri hanno festeggiato raccogliendo il buon esito delle chiusure delle piazze asiatiche e la spinta di Wall Street galvanizzata dal prossimo arrivo sul listino di Facebook. Milano è stata la migliore, ma in Europa sono tutte positive: Francoforte ha chiuso con un progresso del 2,44%, Parigi del 2,09%, Londra del’1,92% e Madrid del 2,2%. I listini hanno così proseguito il recupero — pari al 5% — realizzato a gennaio dopo un 2011 da dimenticare. Piazza Affari è stata trainata dalla corsa dei titoli bancari fra i quali hanno brillato Mps e Banco Popolare guadagnando oltre il 10%. Sulle banche europee ieri è arrivata la denuncia della Bce per la stretta sul credito a famiglie e imprese, nell’ultimo trimestre 2011, che «potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi». L’analisi non tiene conto della grande iniezione di liquidità  realizzata da Eurotower a fine dicembre proprio per evitare il credit crunch. A fine mese dovrebbe svolgersi la seconda mega asta a tre anni, ma il presidente della Bundesbank Jens Weidmann ieri ha messo in guardia sui rischi di stabilità  derivanti «da una fornitura eccessiva di fondi». C’è da vedere come tale presa di posizione sarà  valutata dal consiglio dei governatori in programma la prossima settimana, da cui molti operatori, vista la frenata della dinamica inflazionistica, si attendono anche un nuovo taglio del costo del denaro.


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