Il “tedesco” Vita alla presidenza Unicredit

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MILANO – Giuseppe Vita è stato indicato presidente di Unicredit “a furor di popolo”, con l’accordo di tutti i soci che contano di Unicredit, con il pieno gradimento delle Fondazioni, il plauso del presidente uscente Dieter Rampl («Una scelta eccellente») e l’apprezzamento dell’amministratore delegato, Federico Ghizzoni, che a quanto risulta ha avuto un ruolo importante nel convogliare su di lui il gradimento di tutti.

Classe 1935, siciliano (come ha sottolineato con soddisfazione il presidente della Fondazione BdS, Giovanni Puglisi) sposato e con due figli, il presidente di Allianz Italia e di Banca Leonardo è stato scelto quindi all’unanimità  tra la rosa di candidati (c’erano anche Gian Maria GrosPietro, Angelo Tantazzi e Massimo Tononi) per la presidenza di Unicredit e entrerà  a far parte della lista di candidati al board della banca di Piazza Cordusio.

Che, formalmente, sarà  depositata lunedì 16 aprile e resa nota entro il 20.

Dunque, fino ad allora, il pomeriggio di lunedì, ci sarà  tempo per limare nei minimi particolari la lista, ma a parte il presidente, Vita, e il numero totale di consiglieri, 19 membri, l’accordo è ormai blindato anche dal punto di vista “quantitativo”, nella ripartizione dei consiglieri espressi dalle varie categorie di azionisti Unicredit. Più incertezza, fino al momento della consegna delle lista, c’è invece sui nomi. L’intesa di massima prevede comunque che alle Fondazioni vadano complessivamente sette posti: due indicati da Torino (e qui ci sono certezze, che sono anche conferme: Antonio Maria Marocco e Fabrizio Palenzona), due posti andranno a CariMonte (tra cui potrebbe esserci ancora Vincenzo Calandra, presidente del comitato governance e grande tessitore della tela che ha portato all’indicazione unanime del nome del nuovo presidente) un membro del cda andrà  alla Fondazione CariVerona (che perde un posto in consiglio, nel processo di dimagrimento che ha portato il cda di Unicredit da 23 a 19 membri, compresi presidente e amministratore delegato). In cambio a CariVerona dovrebbe spettare il vice-presidente vicario (i pronostici dei corridoi sono per l’avvocato veneziano Candido Fois). Anche le Fondazioni minori arretrano, ottenendo complessivamente due posti, ma a quanto pare l’accordo raggiunto prevede che i loro rappresentanti si alternino, a rotazione.

Due consiglieri andranno ai soci italiani: un posto continuerebbe ad essere coperto da Luigi Maramotti (attualmente anche vicepresidente del Credem, carica che forse potrebbe lasciare ad un altro membro della famiglia) mentre per i nuovi azionisti privati le indiscrezioni indicano Alessandro Caltagirone.

E ancora, due poltrone andranno al fondo Aabar (uno dei due rappresentanti viene indicato in Luca Cordero di Montezemolo) un consigliere andrà  ad Allianz (anche in questo caso una conferma, Helga Jung) e quattro ai soci internazionali: in rappresentanza dei fondi dovrebbe essere confermato Anthony Wyand, poi ci sarà  un rappresentante della componente tedesca, uno dell’Austriae uno della Polonia (in questo caso è attesa una donna, rappresentante dell’Unione degli industriali locale).

Infine gli indipendenti. Anche in questo caso c’è un sacrificio, in termini numerici, perché da due rappresentanti i fondi comuni potranno esprimerne uno solo.

Che sarà , salvo colpi di scena, ancora Lucrezia Reichlin.


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