Superbenestanti per il fisco 15 mila in più in due anni

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ROMA – È salito il numero degli italiani che se la passa piuttosto bene, secondo il fisco. In due anni in quindicimila hanno conquistato le vette più alte della dichiarazione Irpef, quella dove c’è un gruppetto spaurito di italiani, 413mila persone, lo 0,99% dei contribuenti. Pochi fortunati che dichiarano un reddito Irpef oltre i 100mila euro. Una scalata che in tempi di crisi come questi, più che del duro lavoro appare come il frutto della lotta all’evasione. La paura dei controlli e le stigmate sociali appiccicate addosso all’evasore, sono la spiegazione più probabile della nascita tra il 2008 e il 2010 di questi nuovi benestanti. Gente “ricca” rispetto ai concittadini, che per la metà  guadagna poco più di 20mila euro l’anno. E sicuramente più onesta di chi dietro quei 20mila euro dichiarati (ma anche meno come raccontano le cronache), nasconde auto di lusso, floridi conti correnti e barche all’ancora. L’evasione in Italia vale 120-150 miliardi di euro. Ma più che le stime contano i numeri: le 100mila barche di lusso, le 595mila supercar (solo nel 2009 ne sono state vendute 206mila). Bmw, Mercedes, Ferrari e Suv che sempre più spesso i finanzieri trovano nei garage di gente che sulla carta vive alla soglia della povertà . Numeri che stridono con il numero dei superbenestanti, troppo pochi per tutti questi oggetti di lusso: oltre i 100 mila euro erano 398.125 mila nel 2008, nel 2010 sono saliti a 413.523 (oltre i 300 mila euro sono molti di meno). Più di un terzo vive nelle grandi città . Ma a Milano, dove pure sono cresciuti dello 0,8%, superano di poco i 37mila. Il top va alla Capitale dove abitano e vivono 46mila benestanti (+0,5 %), nonostante scuole e asili privati siano affollati. A Venezia non arrivano a 3mila (+0,2%), mentre a Firenze sono 5.500 (+0,5%). 
Che la lotta all’evasione inizi a far emergere redditi nascosti, lo dimostra anche uno studio dell’Università  della Tuscia. Secondo i ricercatori dell’ateneo di Viterbo, che hanno preso in considerazione solo i redditi dei non dipendenti, è aumentato il numero di contribuenti nella fascia tra 50mila e 100mila euro (da 585.000 in media per i periodi di imposta 2007, 2008 e 2009 agli oltre 608.000 nel 2010). Si registra invece un calo dei contribuenti della fascia più bassa (da 0 a 10mila), passati da 9,5 milioni del 2009 a 8,2 del 2010.
Evasione a parte, arriva il conto dell’Imu per bar e ristoranti. La Fipe ha calcolato che l’imposta rispetto all’Ici avrà  un rincaro attorno al 100%, se calcolata con l’aliquota minima del 7,6%. In media varrà  630 euro a persona. Se i Comuni applicheranno però la maggiorazione, potrebbe arrivare fino a 1.200 euro (+170%). L’esborso totale sarà  di circa 188 milioni di euro nel caso di aliquota minima, per salire a 342 milioni con la maggiorazione comunale.


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