“Noi donne siamo cambiate non è più tempo di pregiudizi”

Loading

È vero, mancano i soldi, ma ancor di più manca il coraggio. La crisi non aiuta la parità  femminile, eppure per Susanna Camusso, leader della Cgil, le donne sono cambiate e stanno già  cambiando il Paese. Ora però bisogna eliminare i pregiudizi, proporre una nuova idea della famiglia e del lavoro e – soprattutto – ammettere che il problema esiste.
Su questo punto ci siamo, ormai lo dicono tutti: senza il lavoro delle donne il Paese non cresce.
«È un passo avanti. D’altra parte non è novità : sono anni che studi di natura diversa fanno notare come il lavoro femminile spinga la crescita e come le donne abbiano maggiori capacità  scolastiche e migliori capacità  direttive. Peccato che poi a tali dati non corrispondano scelte e fatti».
Quanto conta la crisi e il fatto che ora il lavoro non c’è né per le donne, né per gli uomini?
«Molto, ma abbiamo bisogno di un salto di mentalità  che si può fare e che va fatto. Le recenti scelte del governo in tema di lavoro dimostrano che ciò non è avvenuto».
Il governo Monti, su questo fronte, si è dimostrato uguale a quello Berlusconi?
«No, il salto positivo è evidente: fino a pochi mesi fa avevamo ancora il problema di riconquistare la dignità  di essere donne e non oggetti. Non posso dimenticare quel periodo e non posso scordare come i messaggi allora lanciati abbiano influenzato la ripresa delle violenze contro le donne. Sotto questo punto di vista il cambiamento è stato enorme, ma ciò che ora colpisce è la mancanza di coraggio e di innovazione».
Dove sta sbagliando il governo Monti?
«Nel sostenere una politica fintamente egualitaria che, se applicata a soggetti colpiti da diseguaglianza non può che aumentare la diseguaglianza stessa. Non vedere le differenze e non tenerne conto è pura demagogia: penso agli interventi sull’età  pensionabile e alla disparità  di trattamento, in tema di tutela della maternità , fra chi ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e chi è un co.co.pro. Penso anche che quando si parla di sostegno al reddito si dibatte di quoziente familiare più che di necessità  di creare asili e infrastrutture che facilitino il lavoro delle donne».
Eppure il ministro Fornero ha introdotto il congedo parentale obbligatorio per i padri.
«Parliamo di due giorni più uno: sembra un’operazione fatta più che altro per fregiarsi di un titolo e lanciata in un periodo in cui, vista la crisi e visto che i padri sono quelli che nella coppia guadagnano di più, la sensibilità  generale potrebbe non apprezzare. Ma congedi a parte, le occasioni mancate della riforma del lavoro sono almeno due».
Quali?
«È stata innalzata la contribuzione dei co.co.pro e delle partite Iva allo stesso livello del lavoro a tempo indeterminato, ma poi le tutele della maternità  sono rimaste più basse. Su questo punto la riforma Fornero non è proprio intervenuta. Sull’altro punto è invece intervenuta, ma in modo caotico: mi riferisco alla illegittimità  delle dimissioni in bianco. Il divieto e il messaggio lanciato non sono chiari, il marchingegno previsto per la tutela è molto complicato».
E il sindacato sta facendo la sua parte? Domani e dopodomani la Cgil organizza l’assemblea delle donne dopo quasi tre anni di assenza.
«La crisi non aiuta l’evoluzione, spinge verso meccanismi difensivi. In questi ultimi anni la contrattazione è stata focalizzata sulla difesa dei posti di lavoro e ha trascurato la questione femminile. Però le donne sono cambiate e limiti e pregiudizi si possono superare».
Ma non hanno anche loro precise responsabilità ? Uno studio della Fondazione Debenedetti sostiene che continuano a scegliere le facoltà  che garantiscono lavori a basso reddito.
«Tratterei il caso con molta attenzione. Il punto centrale del problema resta l’esistenza del pregiudizio: potendo scegliere fra due ingegneri l’azienda sceglie il maschio perché non va in maternità  e perché pensa che i figli costituiscano un problema». 
(l.gr.)


Related Articles

Nel Paese disegnato con il righello il destino dei Palestinesi

Loading

Tre milioni e mezzo di profughi vivono «senza casa» in Giordania

Nicaragua: mano pesante contro la violenza sulle donne

Loading

Nicaragua diritti delle donne

Si chiama “Ley Integral en contra de la Violencia hacia las Mujeres” e ha appena una settimana di vita. à‰ la nuova legge approvata in Nicaragua lo scorso 26 gennaio, che prevede la penalizzazione di tutte le forme di violenza nei confronti del genere femminile. Violenza e abusi non solamente fisici, ma anche psicologici, economici e lavorativi. Il Parlamento nicaraguense ha detto sì alla riforma penale con 84 voti favorevoli e nessuno contrario.

CINA Brusco richiamo all’ordine per comunità  web

Loading

PECHINO.  Baidu, Sina, Tencent, Alibaba. Ci sono tutte le big dell’internet cinese tra le 39 aziende messe in riga dal Partito comunista, che sta provando a imporre un controllo più rigido su quella parte di popolazione che ha trovato nel web una cassa di risonanza per esprimere rimostranze e insofferenza verso il potere. Il manipolo di società , diventate ricche e popolari anche col lancio di social network che ormai collegano milioni di persone, lo scorso fine settimana è stato chiamato a rapporto dal Pcc (notizia diffusa ieri dall’agenzia Xinhua.

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment