Nuovi ritmi per l’American dream

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Un sogno sottoposto a costanti e sempre più violente aggressioni, dalla storia alla narrativa postmoderna, dal cinema d’autore, all’arte estrema, da alcune sofisticate serie televisive ai graphic novel, viene riportato in vita da Lansdale attraverso la costruzione di un simulacro letterario sapientemente allestito, in cui il tentativo di ribaltare l’apocalisse in speranza tuttavia non appare del tutto convincente. Odio, violenza, razzismo, sopraffazione, guerre, crisi economiche, possono davvero convivere con il tentativo di far rinascere il sogno della frontiera? La trama è di quelle che lasciano senza fiato, la scrittura è come sempre a tinte fosche, la capacità  espressiva sembra non perdere colpi. Sull’orlo della catastrofe, dunque, Lansdale riesce a scuotere dal torpore una mitologia che sembrava ormai logora e inutilizzabile. La salvezza è a portata di mano, nonostante l’orrore dominante. Il riscatto appare ancora possibile, la California rimane un luogo di redenzione. Acclamato negli Stati Uniti come un capolavoro, il New York Times azzarda il confronto con Mark Twain e John Steinbeck, Acqua buia di Lansdale dona una spruzzata di vita e sangue nuovo a una mitologia e a una narrazione di genere sempre ai confini tra noir, horror e pulp. Il romanzo ripercorre l’abituale scenario del Texas ai tempi della Grande Depressione ma assume il respiro universale delle opere che sanno descrivere efficacemente gli istinti primari e i moti dell’anima. 
La protagonista è Sue Ellen, voce narrante del romanzo, 16 anni, una vita di dolore e privazioni con un patrigno violento e una madre costantemente ubriaca. Il colpo di scena che le consentirà  di dare inizio alla fuga verso la possibile salvezza è il ritrovamento del cadavere dell’amica May Lynn, annegata nel fiume prima di realizzare il sogno della sua vita: andare a Hollywood per diventare una stella del cinema. Il poliziotto locale si rifiuta di svolgere indagini, toccherà  dunque agli amici Jinx e Terry, insieme a Sue Ellen, indagare sull’omicidio e realizzare in forma postuma il sogno della ragazza, tentando di portarne le ceneri a Hollywood. Al gruppo si unisce anche la madre di Sue Ellen che, in un attimo di lucidità , realizza che la fuga rappresenta l’unica possibilità  di salvezza per sé e per i ragazzi. Insieme affrontano l’orrore della palude, sfuggono a numerosi tentativi di omicidio, incontrano un Reverendo che si prende cura di loro, un orco chiamato Skunk il killer dei boschi e infine una donna anziana e maligna che li tiene prigionieri sotto la minaccia delle armi ma non manca di mostrare la sua porzione di umanità  salvando la vita al giovane Terry, amputandogli il braccio ormai putrefatto. 
Non mancano riferimenti al tema dell’intolleranza, uno dei ragazzi protagonisti è gay, un’altra è nera: «Ho inserito questi temi perché mi sta molto a cuore la giustizia verso la gente in generale. Giustizia e uguaglianza sono fondamentali per una società  moderna e sana. Ai tempi del romanzo essere gay era un rischio vero, fare outing avrebbe comportato il linciaggio quasi sicuro. Come per i neri c’erano barriere fisiche, che era impossibile superare, linee invisibili ma potentissime che limitavano la vita delle persone», così dichiara Lansdale in un intervista. Acqua buia è a suo modo un libro sulla speranza e sulla possibilità  di riscatto, le cui luci riflettono su uno sfondo di orrori e vite decomposte. Non è più il sogno americano o forse non lo è ancora. Di sicuro è una macchina narrativa che funziona, costruita con una “lingua di confine” che descrive con efficacia i territori della mutazione.


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