Reintegrati i 7 licenziati La vittoria delle donne in maternità  e i disabili

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Si tratta di sei donne – tutte madri, di cui una addirittura licenziata ancora in maternità  – e di un cuoco parzialmente disabile, con una inidoneità  a entrare nelle celle frigorifere e al carico e scarico. I lavoratori sono stati seguiti dallo studio Fezzi-Chiusolo-Borali, in una causa collettiva intentata dalla Filcams Cgil. Secondo il sindacato, Autogrill avrebbe cercato di liberarsi di dipendenti più anziani e meno «flessibili», e per questo più costosi, per assumere a fronte giovani precari «low cost».
Il ristorante di Corsico ha chiuso perché lavorava principalmente per i dipendenti della Vodafone, che aveva una sede poco distante: da quando però la multinazionale della telefonia si è trasferita nel nuovo palazzo di Lorenteggio, con tanto di mensa, le vendite sono crollate. Così Autogrill ha chiuso: ma senza offrire però, lo dice la stessa sentenza del giudice, un ricollocamento dei dipendenti negli altri 50 locali che ha nel milanese.
«Possibile che con mille dipendenti in tutta la provincia non si riuscisse a ricollocarne sette?», osserva Francesco Signore, della Filcams di Milano. «Senza contate – aggiunge – che nel periodo in cui sono stati licenziati i lavoratori di Corsico, la media di utilizzo di contratti a termine in Autogrill era di circa 75 ogni mese. Quindi il lavoro certo non mancava».
Insomma, Autogrill continuava ad assumere decine di persone a termine, mentre nel frattempo licenziava sette dipendenti a tempo indeterminato. «L’azienda ha sostenuto in giudizio di aver offerto un ricollocamento in altri locali prima di procedere ai licenziamenti – dice Giorgio Ortolani, segretario Filcams di Milano – Ma questo fatto non ha nessun riscontro, e in effetti la nullità  del licenziamento è stata decisa dal giudice proprio perché Autogrill non è riuscita a esibire prove di quanto affermava».
La Filcams annuncia che vigilerà  adesso sul collocamento effettivo dei sette dipendenti appena reintegrati: «Dobbiamo verificare situazione per situazione – spiega Ortolani – ma abbiamo l’impressione che siano stati assegnati nuovi posti di lavoro piuttosto punitivi. Come ad esempio mettere sui ristoranti in autostrada, lavoratrici madri che non hanno neanche l’automobile. Se così fosse reagiremo con iniziative decise».
E intanto, come racconta il blog «l’Isola dei cassintegrati», dall’altro capo dello stivale si fanno sentire i dipendenti di Tremestieri (Messina) che protestano per la recente decisione della multinazionale di ridurre da due a uno i dipendenti in servizio nei ristori autostradali: si tratta spesso di donne, che così rischiano per la propria sicurezza. «È inaccettabile che nel turno dalle 24 alle 6 del mattino notte ci sia una personale da sola. Tanto più se donna», dice Andrea Miano, della Filcams Cgil di Messina. Il sindacato chiede ad Autogrill di ritirare il provvedimento, ripristinando le due unità  minime di personale nell’orario notturno: per il momento ha proclamato lo stato di agitazione in attesa di passare a forme di protesta più incisive nel caso non si trovasse una mediazione.


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