Quasi due milioni di persone sono in part time involontario

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Il dato (ultimo disponibile) si riferisce al secondo semestre del 2012 e indica che il 57 per cento degli «occupati a metà » dichiarano che avrebbero voluto un lavoro a tempo pieno e che la loro situazione è insufficiente in termini reddituali. Prima della crisi i part time «involontari » erano limitati al 40 per cento del totale.
L’altro fenomeno preoccupante che riguarda il nostro mercato del lavoro – segnalato dal Ref – riguarda il nuovo trend di aumento dei disoccupati. Fino a pochi mesi fa il tasso di disoccupazione aveva tenuto (pur arrivando nel 2012 al 10,6 per cento con una crescita di 2,2 punti nei dodici mesi) perché molti soggetti «scoraggiati» non si presentavano sul mercato del lavoro. Dalla fine dello scorso anno invece si è verificato un fenomeno del tutto nuovo e preoccupante: molti italiani si sono presentati sul mercato del lavoro, per insicurezza sul futuro o per integrare i redditi familiari, aumentando il numero dei disoccupati (ovvero di coloro che cercano attivamente un lavoro). La crescita della disoccupazione composta da ex-inattivi (donne o giovani) nel terzo trimestre del 2012 ha raggiunto le 699 mila unità  con una crescita del 21,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Terza spina nel fianco del nostro mercato del lavoro la presenza e l’aumento dei disoccupati di lunga durata, cioè coloro che sono senza occupazione da più di
un anno: alla fine del 2012 erano uno su due, cioè il 54,8 per cento del totale dei disoccupati. Complessivamente, tirate le somme, lo scorso anno i disoccupati erano 2 milioni e 725 mila con un aumento del 29 per cento rispetto al 2011.
Come rispondono gli ammortizzatori sociali? Il nodo sarà  nelle mani del prossimo governo ed è assai complesso. La cassa integrazione richiesta dalle aziende all’Inps ha raggiunto nel 2012 il miliardo di ore (il 13 per cento in più rispetto al 2011). Le disponibilità  effettivamente utilizzate dalle aziende sono state, in termini di «occupati equivalenti», 78 mila per la cig ordinaria (cioè per la sospensione ordinaria dell’attività  produttiva) e 166 mila per la cassa straordinaria (interventi di ristrutturazione) e in deroga (aziende non ammesse agli ammortizzatori). Ovvero come se 244 mila lavoratori «virtuali» a tempo pieno fossero sottratti al sistema produttivo, ma in realtà  i lavoratori lambiti – anche per poche ore – sono molti di più.
La spesa per contrastare la disoccupazione è praticamente raddoppiata passando dai 5,4 miliardi del 2007 agli 11,4 miliardi del 2011 (ultimo dato noto). L’ultima Finanzaria ha portato a 1,7 miliardi le risorse per la cassa in deroga per il 2013 ma è probabile che siano sufficienti fino a maggio e poi dovranno essere rifinanziati con una nuova manovra.


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