Le banche centrali spingono le Borse

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ROMA – Le aste del Tesoro questa volta non hanno fatto il pieno, lo spread è tornato ad ampliarsi e la Borsa è riuscita con difficoltà a mantenere la parità, in controtendenza con le altre piazze europee in rialzo sulla scia dell’avvio brillante di Wall Street. I mercati ieri hanno registrato qualche affanno scontando, seppure in forma contenuta, quegli effetti «destabilizzanti» del declassamento di Standard & Poor’s paventati dal ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. E risentendo anche delle tensioni politiche che hanno caricato di incertezza le prospettive di tenuta del governo Letta. Senza contare i dubbi sull’orizzonte di uscita dalla recessione.

La Bce, a questo riguardo, nel suo bollettino mensile ha ribadito ieri che, complessivamente, nell’area dell’euro l’attività dovrebbe stabilizzarsi e recuperare nel corso dell’anno, seppure a un ritmo moderato. Ci sono rischi di ribasso, hanno aggiunto gli economisti dell’istituto di Francoforte, il lavoro è il punto debole e occorre quindi «impegnarsi in maniera molto più determinata per portare avanti riforme strutturali favorevoli alla crescita e all’occupazione». Qualcosa «si muove ma siamo lontani dal considerare chiusa la stagione nera dell’economia» ha detto ieri il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, mentre il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha in ogni caso escluso che possa esserci in vista una manovra di bilancio aggiuntiva.

I mercati, dunque. In realtà, secondo molti analisti, le cose sul fronte dei titoli pubblici sono andate complessivamente bene anche se un po’ appannate rispetto agli appuntamenti precedenti. Il fatto è che la domanda è stato meno abbondante e il Tesoro non ha assegnato il massimo dell’offerta. Anche se è riuscito a non far alzare troppo i rendimenti. Per i Btp a 3 anni, che ha registrato richieste inferiori alla media ed è stato collocato per 3,38 miliardi a fronte di un’offerta di 3,5 miliardi, i tassi sono risultati inferiori di 5 punti base rispetto all’asta di giugno. Anche per il Btp a 30 anni il Tesoro ha collocato 1,46 miliardi, leggermente meno del massimo offerto di 1,5 miliardi, con un tasso di aggiudicazione pari al 5,19%, in aumento dello 0,20% sul rendimento dell’emissione di maggio scorso. Migliore l’accoglienza dei CCTeu, che sono stati collocati per il massimo di 1,5 miliardi, hanno raccolto una buona domanda e segnato un aumento del rendimento di 7 punti.

Sul secondario, che ha risentito soprattutto dell’esito dell’asta dei titoli triennali, lo spread tra i rendimenti dei Btp decennali e i Bund di uguale durata si è ampliato raggiungendo i 290 punti per poi chiudere a 287 punti (4,49% il rendimento)anche per il ribasso dei tassi dei titoli tedeschi. Più marcato l’incremento sulle scadenze più brevi e, comunque, si sono allargati anche i differenziali di Spagna e Portogallo.

In Borsa l’andamento è stato più vario e Piazza Affari, che aveva aperto in positivo, ha virato a fine mattinata riuscendo a mantenere solo la parità, chiudendo invariata. Diversamente, le altre piazze europee hanno beneficiato maggiormente dell’avvio brillante di Wall Street che è andata ai massimi sulla scia delle nuove dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Usa, Ben Bernanke. Gli investitori Usa infatti hanno raccolto con evidente sollievo le rassicurazioni sulla continuazione della politica di stimoli all’economia della Fed, dopo che qualche settimana fa era stata delineata un’uscita graduale dalle azioni di quantitative easing entro la fine dell’anno. Con Milano piatta, Francoforte ha chiuso con un guadagno dell’1,14%, seguita da Parigi positiva per lo 0,74% , Londra in avanzo dello 0,59% e Madrid dello 0,45%. Anche la moneta unica ha ripreso terreno sul dollaro dopo le dichiarazioni di Bernanke, chiudendo a 1,30.

Stefania Tamburello


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