Fincantieri, maxi-commessa da 1,1 miliardi

Loading

GENOVA — La scelta di diversificare il business, puntando sul mercato dell’off shore, sembra premiare il gruppo Fincantieri che ieri ha annunciato di aver acquisito, attraverso la propria controllata norvegese Vard, un ordine da 1,1 miliardi di dollari per la costruzione di quattro navi posatubi e di supporto alle unità off shore. La Vard, che Fincantieri ha acquisito a dicembre dello scorso dalla coreana Stx, quotata alla Borsa di Singapore, è leader mondiale nella progettazione e costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale e
ha acquisito l’ordine dalla joint venture formata dal gruppo armatoriale norvegese Dof Subsea e dalla multinazionale francese leader nel settore dell’energia con una flotta di navi speciali Technip. Proprio l’operazione-Vard consentì a Fincantieri di raddoppiare le proprie dimensioni, strutturandosi come il quarto gruppo mondiale del settore, con 4 miliardi di euro di volumi, 20mila dipendenti (8.400 in Italia) e ventuno stabilimenti in tre continenti. E oggi raccoglie il primo frutto di quell’operazione destinata a servire la compagnia petrolifera brasiliana Petrobras, utilizzatore finale delle quattro navi. Le unità saranno realizzate dal network produttivo del gruppo Vard: le prime due, che saranno consegnate nel secondo e nel terzo trimestre del 2016, verranno costruite nel cantiere rumeno di Tulcea e successivamente allestite in quello norvegese di Søviknes; le altre due saranno realizzate interamente nel cantiere brasiliano di Promar, e consegnate nell’ultimo trimestre del 2016 e nel secondo del 2017.
Soddisfatto l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono. «L’offshore, settore sul quale, anche grazie al supporto del nostro azionista, abbiamo deciso di puntare nell’ottica della diversificazione, si conferma un mercato con grandi potenzialità e prospettive di investimento». La riflessione di Bono si sposta poi sul mercato italiano. «Anche in Italia — aggiunge il manager — potendo contare su una realtà come Fincantieri, su importanti operatori a livello mondiale nel comparto dell’oil&gas e su un network di piccole e medie aziende altamente specializzate, si potrebbe attivare proficuamente un cluster in grado di competere sul mercato internazionale con ricadute sull’economia italiana, per aumentare il valore aggiunto delle nostre industrie e quindi i loro margini, e ampliare la base occupazionale del Paese con competenze di altissimo livello».


Related Articles

La nuova bolla Usa nello shale gas 169 miliardi di debiti

Loading

Nel primo semestre deficit di 32 miliardi tra cassa e utili S&P: impennata di fallimenti tra le aziende del settore

Un bilancio. Chi ha perso la guerra dei dati sul Jobs Act

Loading

Un bilancio del governo Renzi. Hanno perso precari, disoccupati, lavoratori poveri. Nulla è stato fatto per cambiare la loro vita. Questo è il racconto di due anni di contro-guerriglia informativa sul Jobs Act.

È tempo di sbilanci

Loading

PROGETTO MINIMO PER IL NOSTRO FUTURO GOVERNO
Nei giorni della manovra tremontiana, anche Sbilanciamoci presenta la sua. E’ preparata da esperti ritenuti dai più sognatori e fuori dal mondo. Solo che questa volta sono quelli che hanno vinto i referendum…

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment