Perché Frau Angela cambiò idea sul salvataggio greco

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Un retroscena importante sulla «svolta» della Cancelliera per tenere la Grecia nell’euro e contribuire a salvare la moneta unica è stato svelato da Lorenzo Bini Smaghi, presidente di Snam ed ex membro del board della Banca centrale europea, nel suo libro «Morire di austerità» (Il Mulino). Un retroscena tornato d’attualità in questi giorni: ripreso dal quotidiano britannico Daily Telegraph è rimbalzato dalla City in Germania, dove è diventato oggetto di dibattito fra economisti, politici e mass media negli ultimi giorni di tensione a ridosso delle elezioni politiche tedesche. Anche perché, nei giorni scorsi, il ministro delle Finanze Schäuble aveva rinfocolato la battaglia elettorale, ventilando la necessità di un nuovo pacchetto di aiuti per la Grecia nel 2014 attirandosi le accuse, da parte dell’Spd e dei Verdi, di voler nascondere nuovi oneri per i contribuenti. Come scrive Bini Smaghi, «Merkel ha capito solo nell’autunno del 2012» che l’uscita di Atene dall’euro sarebbe stato un «evento catastrofico» anche per la Germania. Da tempo si parlava di una svolta «storica», nella politica della Cancelliera verso Atene, ma i motivi erano rimasti sotto traccia. Rimane il fatto che l’atteggiamento di Frau Merkel, assieme alla promessa da parte del presidente della Bce Mario Draghi di fare «tutto il possibile» per salvare l’euro e al sostegno della Cancelliera al piano Omt (acquisto di titoli sovrani da parte della Bce), hanno contribuito a calmare le voci che scommettevano sul crollo dell’euro. E solo i nostalgici del partito «Alternativa per la Germania» continuano ora a puntare sul ritorno al marco. Con quale seguito, si vedrà settimana prossima. Probabilmente la rivelazione del libro di Bini Smaghi era stata offuscata dal fatto che l’autore aveva confermato le «ipotesi d’uscita dall’euro» dell’Italia, ventilata in colloqui privati con i governi degli altri Paesi dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel 2011. Ipotesi che, riprende il Telegraph , portò alla sua sostituzione con Mario Monti.
Marika de Feo


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