Giovani, emergenza lavoro in Europa Letta: convocato un vertice a Roma

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PARIGI — «La prossima conferenza europea per l’occupazione dei giovani si terrà a Roma — annuncia il presidente del Consiglio Enrico Letta uscendo dall’Eliseo —, nella prima parte del 2014. È il segno che l’Europa ha finalmente messo la lotta alla disoccupazione giovanile al centro delle sue preoccupazioni, è una vittoria che consideriamo nostra».
È vero che l’Italia, con il suo 40,5 per cento dei minori di 25 anni senza lavoro, ha fatto della questione del lavoro per i giovani la sua priorità nei colloqui a livello europeo, e Letta si è speso più volte con la cancelliera Merkel e il presidente Hollande per convincerli a prendere misure concrete.
La seconda conferenza europea di ieri a Parigi si è conclusa con lo volontà di proseguire nella linea già inaugurata nel primo incontro di luglio a Berlino, quando venne lanciata l’«iniziativa europea per i giovani»: 6 miliardi del budget europeo da spendere da adesso al 2015, altri 6 miliardi l’anno stanziati dalla Banca europea per gli investimenti e 7 miliardi di euro l’anno forniti dal Fondo sociale europeo, per un totale di circa 45 miliardi.
L’incontro di Parigi puntava soprattutto a verificare che le misure prese a Berlino fossero entrate nella fase di attuazione, e che i maggiori Paesi avessero conservato la volontà di agire. Ecco perché è importante che sia stata annunciata una terza conferenza a Roma, segno della continuità della politica europea su questo tema. «È una prova di fiducia e una grande occasione per l’Italia che dobbiamo sfruttare al massimo», ha detto ancora il premier Letta. «La disoccupazione dei giovani è il grande incubo che ci portiamo dietro da questa crisi, un incubo nazionale ma anche il grande tema europeo». Sono sei milioni i giovani disoccupati in tutta Europa.
La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande hanno confermato «l’impegno a garantire che dal primo gennaio 2014 per ogni giovane sia trovata una soluzione di avviamento all’impiego o un programma di formazione, entro quattro mesi dal termine degli studi». «Le tre parole chiave del programma — ha sottolineato Hollande — sono «rapidità, solidarietà e qualità», mentre Merkel è stata come suo solito più pragmatica: «Senza crescita non ci sarà occupazione per i giovani. Non è la politica a creare posti di lavoro, sono le aziende». Nelle riunioni preparatorie il ministro del Lavoro italiano Enrico Giovannini ha evocato un possibile piano straordinario dell’Unione europea «per ricostituire il capitale umano che la crisi ci ha fatto perdere», con investimenti pubblici che potrebbero non essere conteggiati nel Patto di Stabilità.
Stefano Montefiori


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