Hollande prende tempo sull’«affaire Julie» e punta sull’economia

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PARIGI — Con grande abilità il presidente della Repubblica francese François Hollande ha affogato poche parole sull’affare Trierweiler-Gayet in un oceano di misure di politica economica — alcune molto importanti — a favore delle aziende, nel corso di una conferenza stampa fiume all’Eliseo durata oltre due ore e mezza, davanti a quasi 600 giornalisti di tutto il mondo.
«Il patto di responsabilità è il più grande compromesso sociale degli ultimi decenni», ha detto Hollande, tornando sull’annuncio fatto il 31 dicembre durante il discorso di fine anno ai francesi. Si tratta effettivamente di una svolta, perché Hollande abbandona la retorica contro il mondo degli affari inaugurata in campagna elettorale e la politica di alte tasse alle aziende dei primi 18 mesi di presidenza, per passare a una nuova fase in cui abbraccia il principio liberale dell’«offerta che crea la domanda».
Hollande si è dichiarato per la prima volta apertamente «socialdemocratico». Mossa che può far sorridere arrivando da un dirigente europeo nel 2014, eppure introduce una rottura lungamente attesa rispetto allo statuto del Partito socialista e all’ala sinistra della maggioranza. Il patto di responsabilità — riassumibile in meno tasse alle aziende in cambio di assunzioni — si articola in quattro «cantieri»: 1) abbassamento del costo del lavoro, con le imprese e i lavoratori autonomi che fino al 2017 non pagheranno più i contributi familiari, con un risparmio di 53 miliardi, finanziato con tagli alla spesa pubblica. Sono previsti anche 30 miliardi di sgravi fiscali 2) visibilità, dare alle imprese un quadro fiscale chiaro 3) semplificazione, ossia ridurre gli oneri amministrativi e burocratici 4) in cambio le aziende dovranno accettare un certo numero di assunzioni, e un osservatorio del governo studierà quantità e qualità dei nuovi posti di lavoro.
Come si vede, siamo molto lontani dal servizio del settimanale Closer che venerdì scorso ha travolto la vita del presidente, ritraendolo con il casco, in scooter, al numero 20 di rue du Cirque per gli appuntamenti con l’amante Julie Gayet.
L’esercizio per Hollande era molto difficile: si è presentato davanti ai media e ai francesi mentre la première dame Valérie Trierweiler è ancora in ospedale, sotto choc emotivo dopo l’uscita del settimanale. Si può dire che il presidente abbia superato la prova, concedendo il minimo alle legittime domande sullo scandalo, ma evitando un rifiuto totale che avrebbe sconfinato nell’arroganza.
Nel suo discorso introduttivo Hollande ha evocato la libertà di stampa, non quanto al gossip ma a proposito dei quattro giornalisti francesi ancora ostaggio dei terroristi.
Il presidente dell’associazione della stampa presidenziale, Alain Barluet, giornalista del Figaro , ha avuto come tradizione l’onore di parlare per primo e, comunque, ha posto subito la domanda che pesava come un elefante nella stanza: «Valérie Trierweiler è ancora la première dame di Francia?».
Hollande ha evocato un «momento doloroso», ha enunciato il principio che «gli affari privati si regolano in privato e questo non è il momento né il luogo per farlo», aggiungendo però che risponderà alla domanda prima della visita di Stato negli Stati Uniti, l’11 febbraio. Poi, «totale indignazione» ma nessuna causa a Closer , e alla domanda su come stesse in ospedale Valérie Trierweiler risposta stringata, senza nominarla: «Si riposa, non dirò altro». Ma nella notte l’affaire si complica. Il Daily Mail , rilanciando le indiscrezioni del blogger francese Le Reel, rivela che Julie sarebbe al quarto mese di gravidanza. La notizia verrebbe da una fonte molto vicina al presidente e, se confermata, non lascerebbe più dubbi su chi è la première dame .
Stefano Montefiori


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