È morto Mario Tommasini, una vita per i più deboli
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(La Repubblica, MERCOLEDÌ, 19 APRILE 2006, Pagina 28 – Cronaca)
IL LUTTO
L´ex dirigente Pci aveva 78 anni. Gli ultimi progetti per gli anziani
È morto Tommasini una vita per i più deboli
Riuscì a fare chiudere il carcere minorile
La rivoluzione delle case di riposo
JENNER MELETTI
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BOLOGNA – Se n´è andato l´uomo che voleva «scaravoltare il mondo, per abolire le tante miserie…». Mario Tommasini, 78 anni, letturista dell´azienda del gas, dirigente del Pci, è morto ieri mattina all´ospedale di Parma. Non è riuscito a ribaltare il mondo, ma a cambiare molte cose: prima di tutto, dare voce e dignità agli ultimi della terra. Era assessore in Provincia quando riuscì a chiudere il brefotrofio ed anche il carcere minorile. Chiamò Franco Basaglia a dirigere – e a chiudere – il manicomio di Colorno. Molti dei “matti“ trovarono finalmente una casa vera.
«Non è facile – diceva – trovare 100 appartamenti in una città come Parma. E non è facile trovare i mobili per arredarli. Se ci sono riuscito, vuol dire che tutta la città, con gli industriali come Salvarani in prima fila, è stata al mio fianco».
Alcuni dei “matti“ trovarono posto in una Fattoria, quella di Vigheffio. Un giorno andò a visitarla anche Enrico Berlinguer. «Vedi – gli spiegò Mario Tommasini – quelle sbarre usate come recinto per i maiali? Sono le sbarre del manicomio di Colorno, dove per un secolo gli uomini sono stati chiusi come maiali». Nessun luogo chiuso – diceva – può educare alla libertà. Nemmeno il carcere minorile. Cinque ragazzi di Parma vengono arrestati per avere ucciso un loro coetaneo e Tommasini, assessore comunale, ne chiede l´affidamento. I cinque vivono in un appartamento assieme ad un operatore. Lavorano di giorno e la sera fanno i volontari per le Missioni. L´esperimento – il primo in Italia – fu autorizzato dal ministro alla Giustizia Mino Martinazzoli.
L´ultimo suo sogno è diventato realtà sulle montagne di Parma, in una frazione di Borgotaro. “Progetto Tiedoli“, si chiama. «Mi ero messo in testa – ha raccontato poco prima della sua scomparsa – un´idea molto semplice: i vecchi stanno meglio a casa loro che in una casa di riposo».
La sfida è stata lanciata dopo il 2000. «Ho chiesto quale fosse la frazione più isolata e “sfigata“ della provincia. Tiedoli, mi hanno risposto. Ci sono 70 abitanti e sono tutti vecchi. E allora cominciamo da lì. Nel luglio 2003 c´è stata l´inaugurazione». Sette appartamenti, tutti a piano terra. Le ragazze di una cooperativa sono presenti al mattino e al pomeriggio, di notte c´è un volontario. «Vedi con che gusto – diceva Tommasini – questi anziani dicono “la me ca´“, la mia casa. Ecco, mantenere i vecchi in un posto come questo costa 600 euro al mese. Gli ospiti pagano e si sentono cittadini».
Tiedoli non è stata abbandonata dai suoi vecchi e allora sono arrivati anche alcuni giovani. C´è chi fa il pastore, chi lavora al computer per una ditta di Milano. «Questo è stato soltanto il primo esempio. Nelle montagne e in tutta la provincia di Parma adesso ci sono quasi 400 appartamenti come questi. Case come queste sono la prima pietra di quella che chiamo la grande rivoluzione d´amore nel mondo degli anziani. Se non fai questa rivoluzione, ti troverai solo con quel letto e quel comodino che ti tolgono la dignità. La Regione ha deciso, dopo l´esperienza di Tiedoli, di non costruire più case di riposo. Io dico: bene così, ma smontiamo anche quelle che ci sono. Trasformiamole in condomini, con tanti piccoli appartamenti, con il nome sulla porta, la cassetta delle lettere, le chiavi in tasca a chi ci abita». Un sorriso, una battuta. «Le mie idee sono così semplici. Chissà perché non vengono in mente anche agli altri».
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