Immigrati, Obama tira dritto È già caccia ai voti del 2016

Immigrati, Obama tira dritto È già caccia ai voti del 2016

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 NEW YORK Dopo la sconfitta elettorale di due settimane fa, Barack Obama riconquista il centro della scena politica con un discorso alla nazione nel quale annuncia una sanatoria parziale per gli immigrati clandestini (in realtà una semplice sospensione dei rimpatri forzati) che vivono e lavorano negli Usa da più di 5 anni e hanno figli che risiedono legalmente in America o ne sono cittadini, essendo nati nel Paese. Un intervento annunciato da tempo, che si applica solo a poco più di un terzo degli immigrati illegali (4 milioni su 11) e che arriva dopo due anni di inutili tentativi del Congresso di riformare la spinosa materia: i parlamentari non sono riusciti a trovare una soluzione di compromesso.
Nonostante ciò la reazione dei repubblicani è durissima: per il senatore Ted Cruz, Obama si comporta da imperatore mentre per il leader della Camera, John Boehner, il presidente ha adottato un provvedimento illegale in spregio del Parlamento. In realtà misure giuridicamente simili, anche se di portata più limitata, sono state varate in passato da quasi tutti i suoi predecessori compresi tre presidenti repubblicani: Eisenhower, Reagan e Bush padre. Ma i leader della destra non sentono ragioni e, tanto per far capire quanto sarà infuocato il clima nei prossimi mesi, aprono un secondo fronte sulla sanità: ieri il gruppo repubblicano alla Camera ha denunciato il governo davanti alla Corte distrettuale di Washington accusandolo di abuso di potere nell’attuazione di «Obamacare».
Quella riforma ha avuto fin dall’inizio vita difficilissima, col rifiuto di molti Stati, quelli governati da una maggioranza conservatrice, di adottare le misure necessarie per attuarla. Ma le nuove regole sono state comunque introdotte. In modo illegittimo, sostengono ora i repubblicani secondo i quali Obama sta regalando 175 miliardi di dollari alle compagnie assicurative: in pratica i contributi che verranno versati in dieci anni dal governo per coprire le spese sanitarie delle famiglie a basso reddito che, in base alla riforma, hanno ottenuto polizze assicurative sussidiate dallo Stato.
Anche sul provvedimento a favore degli immigrati clandestini è prevedibile una pioggia di ricorsi giudiziari. Il primo a denunciare Obama è stato lo sceriffo arciconservatore dell’Arizona, Joe Arpaio, famoso per le sue prigioni «low cost», coi detenuti che dormono in tenda nel deserto. E molti altri sceriffi accusano il governo di diffondere un messaggio di tolleranza verso il crimine quando non, addirittura, di aprire una falla nella lotta contro il terrorismo.
Obama aveva messo in conto la dura reazione repubblicana. Per lui lo smacco è venuto, semmai, dalla decisione delle grandi reti televisive — Nbc , Abc e Cbs — di non trasmettere il suo messaggio alla nazione (come hanno fatto, invece, le reti via cavo Cnn e Fox e quelle ispaniche, Univision e Telemundo ). La Casa Bianca ha protestato menzionando il precedente di un messaggio di George Bush del 2007 che fu teletrasmesso da tutti nonostante fosse meno rilevante. Ma le reti hanno obiettato che allora il messaggio era «bipartisan», mentre quella di oggi è una mossa politica. Per i grandi «broadcaster» Obama sta già facendo campagna elettorale in vista del voto del 2016. Considerazione non infondata: una componente elettorale nelle decisioni di Obama sicuramente c’è. Coi repubblicani sempre più forti tra i maschi bianchi, soprattutto negli Stati dell’interno, i democratici scommettono, oltre che sulle donne, sulle minoranze a cominciare da quella ispanica, la più consistente e dinamica. Comunità che stanno diventando decisive, e non solo in California o sulla costa atlantica. In Texas, ad esempio, nel 2016 ci saranno 900 mila elettori ispanici e solo 185 mila bianchi in più.
Massimo Gaggi


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