Gli abusi e le persecuzioni contro i neri Ferguson «capitale» del razzismo Usa
Nel dossier raccolto dal dipartimento di Giustizia emerge come la polizia abbia perseguitato, nel corso degli anni, la popolazione di colore della cittadina. Abusi continui, ingiustizie, uso della forza quando non era necessario, persecuzione. L’85% delle auto fermate, il 90% delle multe e il 93% degli arresti hanno coinvolto afroamericani. La polizia ha tratto in arresto cittadini senza alcuna giustificazione, ha fatto ricorso al taser — pistola elettrica — anche quando non vi era alcuna resistenza, ha inventato pretesti per punire o multare. E tutto questo con la complicità della giustizia locale che, a volte per errore e in altre deliberatamente, ha danneggiato gli imputati. Il mancato pagamento di una sanzione è stato spesso punito con la detenzione: circa 9 mila casi di persone finite in cella per infrazioni minori.
Gli investigatori hanno poi scovato nella posta elettronica degli agenti insulti razzisti contro il presidente Obama — paragonato ad una scimmia — e la first lady Michelle. Epiteti che uniti all’atteggiamento delle pattuglie hanno rafforzato l’immagine di un apparato senza alcun controllo, libero di colpire impunemente. Del resto su un territorio dove il 63% degli abitanti è afroamericano agiscono 53 agenti, tutti bianchi con l’eccezione di tre.
Dopo la diffusione del rapporto il sindaco di Ferguson, James Knowles ha annunciato il licenziamento immediato di uno dei poliziotti autori delle email mentre altri due sono stati sospesi. Poi ha cercato di scaricare parte delle responsabilità affermando che «i problemi riguardano l’intera regione di St. Louis». Per molti è incredibile che il capo della polizia della cittadina, Tom Jackson, sia rimasto al suo posto.
«Molto amareggiati» i genitori di Michael Brown che speravano in un verdetto diverso sulla fine del figlio. Una battaglia legale non chiusa, visto che la coppia ha deciso di lanciare una causa contro Darren Wilson. Poi commentando il report del ministero della Giustizia hanno espresso «la speranza che attraverso l’iniziativa federale si possa arrivare ad un cambiamento che investa la nazione. Solo così la morte di Michael non sarà stata vana» .
Guido Olimpio
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