Fondi neri, Sarkozy torna davanti ai giudici

Fondi neri, Sarkozy torna davanti ai giudici

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PARIGI Neanche tre giorni dopo il trionfo elettorale, Nicolas Sarkozy è stato convocato ieri mattina dai magistrati del polo finanziario della procura di Parigi: l’ex presidente che punta a riconquistare l’Eliseo è uscito dall’interrogatorio con lo status di «testimone assistito», che è una via di mezzo tra semplice testimone e indagato.
L’incontro in procura era previsto da tempo e più volte rinviato, ma certo arriva in un momento particolare: dopo il voto di domenica Sarkozy viene indicato come il candidato più credibile della destra per le presidenziali del 2017, e subito si torna a parlare delle sue grane giudiziarie.
I magistrati indagano sul fatto che è stato il partito Ump, e non Sarkozy con i suoi fondi personali, a pagare i 363 mila euro di penalità per avere speso troppo nella campagna presidenziale del 2012. Abuso di potere da parte di Sarkozy? O scelta lecita?
La questione giuridica si intreccia con la lotta intestina che ha devastato l’Ump dall’addio di Sarkozy fino al suo ritorno — da salvatore della patria — come presidente del partito nel dicembre scorso.
Quando a capo dell’Ump c’era Jean-François Copé, fedelissimo di Sarkozy, l’avvocato amico Philippe Blanchetier dette parere favorevole al pagamento dei 363 mila da parte del partito. Dopo le dimissioni di Copé e la sua sostituzione con il triumvirato Fillon-Juppé- Raffarin, un nuovo parere legale emesso da un avvocato stavolta vicino a Fillon, François Sureau, stabilì che la procedura era irregolare e che sarebbe spettato a Sarkozy sborsare i soldi. A questo punto — siamo nell’estate 2014 — la procura si interessa alla questione e apre un’inchiesta, ancora in corso sebbene lo scorso dicembre Sarkozy nel dubbio abbia rimborsato tutti i soldi al partito.
È stato François Fillon, ex premier di Sarkozy ma adesso suo rivale nella corsa al 2017, a imbeccare avvocato e giudici per dare un fastidio in più all’avversario? Lui ovviamente nega. Come nega di avere pranzato il 24 giugno 2014 con Jean-Pierre Jouyet, segretario generale dell’Eliseo, chiedendogli di «colpire per via giudiziaria» Sarkozy, secondo quanto ricostruito da Le Monde .
Se con la vittoria alle dipartimentali di domenica Sarkozy sembrava essere riuscito a imporre la sua pace al partito e a dare di nuovo un’immagine vincente al centrodestra, le inchieste dei magistrati tengono aperte vecchie questioni.
Sempre ieri, nel distinto caso Bygmalion (fatture false per la campagna 2012), sono stati fermati Philippe Blanchetier (l’avvocato del primo parere favorevole a Sarkozy) e altri due uomini vicini all’ex presidente.
Stefano Montefiori


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