Migranti. Il piano del Viminale: in 5 mila trasferiti al Nord

Migranti. Il piano del Viminale: in 5 mila trasferiti al Nord

Loading

ROMA Lo scontro è durissimo, la scelta già fatta. Le quote di distribuzione dei migranti dovranno essere rispettate senza alcuna eccezione. E dunque la riunione convocata per questa mattina al Viminale servirà a mettere a punto il piano operativo delineato in queste ultime ore. Ci si muove su due fronti: il trasferimento dei profughi in quelle Regioni che non hanno raggiunto la massima capienza e — se dovessero mancare altri posti — la requisizione degli edifici pubblici, caserme comprese, dove ospitare gli stranieri. Ormai siamo su cifre record, con 52.671 approdati e oltre 80 mila da assistere. Per questo il ministro Angelino Alfano risponde chiaro all’attacco del governatore della Lombardia Roberto Maroni: «Vorrei tranquillizzarlo, farò ciò che fece lui al mio posto e chiederò ai sindaci ciò che ha chiesto lui il 30 marzo del 2011 in piena emergenza immigrazione. Lui ha oggi gli stessi poteri e gli stessi doveri che avevano i presidenti delle Regioni quando parlavano con l’allora ministro dell’Interno Roberto Maroni».
Regole e clandestini
Il riferimento è all’accordo siglato da Maroni con gli enti locali «per affrontare l’emergenza profughi attraverso uno sforzo comune affinché fino a 50 mila profughi siano equamente distribuiti nel territorio nazionale, in ciascuna Regione escluso l’Abruzzo (che aveva subito il terremoto, ndr )». Non solo. L’intesa prevedeva che l’impegno del governo per «assicurare un criterio di equa e sostenibile attribuzione degli immigrati che risultassero clandestini, sentiti gli enti territoriali interessati». I testi dei due patti siglati da Maroni, resi noti ieri dal Viminale, dimostrano dunque come l’unico modo per affrontare i momenti di massima criticità sia quello di una collaborazione piena in modo da evitare che alcune Regioni vadano in sofferenza, proprio come sta accadendo negli ultimi mesi in Sicilia, in Puglia, in Calabria e in parte in Campania e nel Lazio. E invece, secondo gli ultimi conti, in Lombardia sono stati negati almeno 2 mila posti, altri 1.500 in Veneto.
I trasferimenti
Proprio per cercare di riequilibrare la situazione già domani potrebbe cominciare il trasferimento in pullman delle persone appena arrivate e sistemate nei centri del Sud Italia. Si tratta complessivamente di oltre 5 mila migranti salvati nelle ultime 48 ore da numerose navi italiane e straniere e portati tutti nel nostro Paese. Una sorta di accompagnamento coatto e poi toccherà ai prefetti fare la distribuzione sul territorio di propria competenza. Del resto la circolare partita dal Viminale la scorsa settimana chiedeva la messa a disposizione di 7.500 posti ed evidenziava in maniera esplicita l’obbligo per le Regioni del Nord di rispettare le quote previste. Dunque si procederà già nelle prossime ore. Al termine della riunione con il ministro, che oggi incontrerà anche il commissario per l’immigrazione dell’Unione Europea Dimitris Avramopoulos, toccherà al prefetto Mario Morcone mettere a punto i dettagli operativi. Dopo lo «sfollamento» delle strutture del Sud si esaminerà l’elenco degli edifici pubblici per decidere l’eventuale requisizione.
I campi profughi
L’attenzione rimane puntata sugli edifici e sulle caserme del Nord, anche tenendo conto che l’intesa con Comuni e Regioni prevedeva l’individuazione delle aree entro la fine del mese dove poter allestire i campi in vista di un’estate che certamente sarà segnata da migliaia di sbarchi. Veri e propri centri di raccolta dove ospitare fino a 400 persone che dovranno essere — come le altre strutture — equamente distribuiti in tutta Italia. Nella lista ci sono pure alcune caserme, anche se finora si è preferito evitare questo tipo di sistemazione. «Mi confronterò con i rappresentanti degli enti locali, Piero Fassino e Sergio Chiamparino, e certamente troveremo una soluzione», dichiara sicuro Alfano.
Fiorenza Sarzanini


Related Articles

In Salvador il «Fronte» è avanti

Loading

CENTRAMERICA. La destra prima in Costa Rica, il secondo turno delle presidenziali il 9 marzo e il 6 aprile

Sulla cooperazione allo sviluppo, Italia fanalino di coda Ue

Loading

I fondi per gli aiuti allo sviluppo, sono fermi al livello del 2014, ovvero circa 240 milioni

In Kazakhstan esplode la protesta popolare contro il caro gas

Loading

Asia. In piazza i lavoratori del petrolio. Il presidente Tokayev accetta le dimissioni del governo. La protesta è iniziata a Zhanaozen, dove nel 2010 ci fu una strage di operai

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment