“Per Beppe è un colpo duro ma il movimento non muore Gianroberto ha fatto scuola”

“Per Beppe è un colpo duro ma il movimento non muore Gianroberto ha fatto scuola”

Loading

MILANO «Una volta avevo provocatoriamente chiesto a Casaleggio: “Come pensi di preparare i giovani alla politica senza un luogo dove insegnare a comunicare? E Gianroberto: “La scuola c’è, la più efficiente, ed è quella della realtà, dove non devi stare alla finestra a guardare ma devi buttarti dentro, e lottare, sapendo che gli errori li paghi di persona». E c’è riuscito. Casaleggio ha realizzato una impresa quasi impossibile: ha fatto scuola. Una scuola di preparazione politica che ha sfornato e sta sfornando giovani, come una volta faceva il Pci quando aveva le Frattocchie».

Fo nella sua casa di Milano si ritrova a parlare di un amico che non c’è più. «C’eravamo visti non molto tempo fa. Lui il 16 marzo era venuto alla intitolazione di un parco milanese per Franca, e mi aveva fatto piacere. Poi era tornato a trovarmi a casa, qualche giorno dopo, con la moglie e il figlio perché gli piaceva la pittura, voleva vedere i miei quadri: voleva che io gli mostrassi come dipingevo. C’eravamo ripromessi di passare una intera giornata insieme a disegnare e usare i colori insieme. Ma non ne ha avuto il tempo».

E adesso Fo? Tutti si chiedono cosa succederà al M5S.

«Sono fiducioso, vedo all’opera la credibilità dei giovani. Sì, la grande impresa di Casaleggio è stata davvero la scuola verso i giovani. L’aver insegnato loro a partecipare. Ed è straordinario perché in poco tempo abbiamo visto spuntare ragazzi che dimostrano già abilità, conoscenze fuori dal politichese. Un mucchio di volte ho chiesto a Grillo e a Casaleggio ma come pensate di realizzare il “dopo voi”? Eccolo, il dopo sono quei giovani che vediamo in Parlamento e nelle piazze».

Si riferisce a Di Maio e Di Battista?

«E la Raggi, bravissima, che si candida a Roma. Ma non ci sono solo i cinque o sei big. E chi, come Patrizia Bedori candidata al Comune di Milano, ha dimostrato di non avere preparazione adeguata, ha il coraggio di dimettersi. Perché c’è un’altra grande cosa che ha fatto Casaleggio».

Cosa?

«Aver ridato la politica alla gente. Sullo scandalo delle banche i 5 Stelle sono stati gli unici al fianco dei risparmiatori contro un governo che ha ridato soldi sì, ma alle banche non ai cittadini beffati e derubati. Gli unici a chiedere un salario minimo garantito per i giovani. Gli unici a denunciare che questo governo è nelle mani della Confindustria».

Chi ha pesato di più sul movimento, Casaleggio o Grillo?

«Tutti e due. Uno spingeva l’altro. Ma ora, certo chi ora soffrirà davvero sarà proprio Beppe, specie da un punto di vista umano».

Cosa le piaceva di Casaleggio?

«L’umiltà: non l’ho mai sentito dire “io sono certo”, “io dico che” . Diceva sempre “forse”, “credo”, “vorrei”».

Eppure lo hanno descritto spesso come un despota.

«È stato un uomo molto attaccato. Hanno scritto su di lui cose tremende. Fandonie. Gianroberto ha sofferto l’umiliazione ma subito si è ripreso non lasciandosi coinvolgere nella rissa. Quando dicevano che aveva affari sporchi, interessi non ha mai voluto querelare».

Avete mai avuto discussioni su questioni politiche?

«Prenda il tema dei migranti. Quando abbiamo scritto il libro Il Grillo canta sempre al tramonto, durante il dibattito, ho dichiarato chiaro e tondo che non ero d’accordo sulla posizione che dimostravano a proposito di migranti e accoglienza. È stato fatta una consultazione sul web e hanno vinto quelli che non erano d’accordo con loro due. Come vede la democrazia sul web come la sognava Casaleggio, non era solo un suo giochetto».



Related Articles

Quella contestazione dell’economista «rosso» E i memo del professore

Loading

Fanno comodo a Mario Monti lo spigoloso Stefano Fassina e l’irruente Renato Brunetta. Che c’è di meglio per chi vuole vincere da posizioni di centro e moderate, di due avversari, uno a sinistra col Pd e l’altro a destra col Pdl, che rappresentano alla perfezione, secondo il premier, quelle ali estreme della politica da «tagliare» o «silenziare», come ha detto ieri in tv?

Milano, Pisapia e Boeri il duello delle sinistre

Loading

Alla differenza di stile personale si aggiunga che non tutto il Pd ha appoggiato Boeri, per quanto appaia paradossale Dalla base sale la richiesta: rinuncia all’orgoglio personale in nome dell’interesse della città  e di una idea di sinistra

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment