L’Ucraina, l’Economist e la Nato

L’Ucraina, l’Economist e la Nato

Loading

Le regioni orien­tali dell’Ucraina sono esplose nelle ultime set­ti­mane: i filo­russi hanno pro­cla­mato la Repub­blica popo­lare di Done­tsk e Kiev ha lan­ciato il piano anti­ter­ro­ri­smo. Un’azione che ad ora ha pro­dotto alcuni morti e un gene­rale ammu­ti­na­mento dei mili­tari ucraini, di fronte ai civili filo­russi. Nelle scorse set­ti­mane, nella capi­tale, i neo­na­zi­sti del Set­tore Destro hanno occu­pato la pro­cura gene­rale e hanno chie­sto la radia­zione dei magi­strati dell’era Yanu­ko­vich. La magi­stra­tura deve essere alli­neata con il potere in carica.

Chi aveva pen­sato che i nodi poli­tici ucraini fos­sero risolti o in via di solu­zione si è sba­gliato di grosso. Se si accende il fuoco e lo si ali­menta nel nome della demo­cra­zia e dei diritti umani si deve essere poi all’altezza delle con­se­guenze. Il mini­stro dell’interno del nuovo governo ucraino, Ava­kov, ha lan­ciato pre­cise accuse: col­pe­voli Putin e Yanu­ko­vich, tutti gli altri buoni e innocenti.

I mass media occi­den­tali segui­ranno Ava­kov o final­mente affron­te­ranno la realtà dei fatti? Dei fatti avve­nuti anche per loro respon­sa­bi­lità, in con­se­guenza della loro «nar­ra­zione» mani­chea? Mi limito a trat­tare del mani­chei­smo del più pre­sti­gioso set­ti­ma­nale occi­den­tale: l’Economist. Una serie di arti­coli mani­chei; ma i mass media occi­den­tali hanno tutti seguito la mede­sima nar­ra­tiva o nar­ra­tiva ana­loga: col­pe­vole Putin, di tutto; Putin obnu­bi­lato dal suo sogno imperiale.

Primo arti­colo. «L’inferno di Putin» («Putin inferno», The Eco­no­mist del 22 feb­braio 2014 con tanto di foto di coper­tina, con fuoco e fiamme): l’inferno sca­te­nato da Putin. Gli occi­den­tali colombe. Secondo il set­ti­ma­nale, Barack Obama avrebbe la colpa di non rea­gire in modo duro. L’Europa che, per colpa di Putin, sarebbe dive­nuta di nuovo «campo di bat­ta­glia» («Europe new bat­tle­field», The Eco­no­mist, stesso numero). Prove di guerra fredda?

Sal­viamo l’Ucraina, toglia­mola dalle grin­fie di Putin («Saving Ukraine», l’Economist primo marzo 2014). «Seque­strati dal Krem­lino» («Kin­nap­ped by the Krem­lin», l’Economist, 8 marzo 2014 — gli occhi di Putin, da lupo, in tutta coper­tina). L’Occidente deve rea­gire con deci­sione, non nel mondo mor­bido di Obama. Con il suo modo mor­bido Obama delude gli occi­den­tali. Con Putin, ser­vono le maniere forti. Occorre pie­garlo.
Putin vuole costruire un nuovo impero russo. Lo sta costruendo, passo dopo passo. Occorre con­tra­starlo con durezza. «Il nuovo ordine mon­diale» voluto da Putin («The new world order», l’Economist, 22 marzo 2014): in tutta coper­tina, Putin a torso nudo su un carro armato. Un’ossessione.

I due difetti gravi dell’Eco­no­mist dal tempo dei tempi: il libe­ri­smo osses­sivo e l’inclinazione impe­ria­li­sta. Il set­ti­ma­nale fu fon­dato dal cap­pel­laio scoz­zese James Wil­son nel 1843, quando l’Inghilterra era la prima potenza eco­no­mica del mondo(ne ha fatto la sto­ria Ale­xan­der Zevin su Le Monde Diplo­ma­ti­que dell’agosto 2012).
Il discorso sull’Ucraina è di grande impor­tanza per­ché è stret­ta­mente legato al discorso sull’Unione euro­pea: quella attuale e quella che noi vogliamo costruire in alternativa.

Da ricor­dare — inol­tre — che l’integrazione comu­ni­ta­ria è nata, negli anni cin­quanta, con la bene­di­zione degli Stati uniti e sotto l’ombrello mili­tare Nato. Tutti i trat­tati euro­pei con­fer­mano il legame fra Unione euro­pea in costru­zione e Nato. L’art. 42 del vigente Trat­tato sull’Unione euro­pea (Tue) dispone: «la poli­tica dell’Unione […]rispetta gli obbli­ghi di alcuni Stati mem­bri, i quali riten­gono che la loro difesa comune si rea­lizzi tra­mite l’Organizzazione del trat­tato Nor­da­tlan­tico (Nato)».

«Gli Stati mem­bri si impe­gnano a miglio­rare pro­gres­si­va­mente le loro capa­cità mili­tari». Il pro­to­collo n. 10 sulla coo­pe­ra­zione isti­tuita dall’art. 42 del Trat­tato sull’Unione euro­pea, alle­gato al Tue e al Tfue, ram­menta che la Nato «resta il fon­da­mento della difesa» dell’Unione euro­pea. Il tutto discende dall’art. 8 del Trat­tato Nato del 1949 che san­ci­sce che ogni Stato mem­bro assume «l’obbligo di non sot­to­scri­vere impe­gni inter­na­zio­nali in con­tra­sto con il Trat­tato». Discu­tendo di ele­zioni euro­pee dob­biamo discu­tere anche di questo.



Related Articles

Grecia, accordo vicino. Bruxelles: piano esauriente. Euforia in Borsa

Loading

Oggi l’Eurogruppo potrebbe dare il primo ok al salvataggio da 53 miliardi. Si riavvia la trattativa. Bce pronta a fornire più liquidità. Milano sale del 3%, spread a 120

Il patto tra Usa e Ue sul libero scambio una rivoluzione con troppi segreti

Loading

Si chiama Ttip. Se va in porto, sarà il più ambizioso accordo di libero scambio della storia. La fase due della globalizzazione.

In Europa si allarga il solco Nord-Sud

Loading

 E ora Merkel non farà  sconti all’Italia Più debole il patto fra Roma, Parigi e Berlino. L’euro alla prova su Cipro

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment