“In democrazia la libertà  di stampa non si tocca”

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ROMA -«Non è possibile che i paesi democratici sottomettano la libertà  di stampa». Roberto Saviano dialoga con Mario Vargas Llosa. In piazza Duomo, a Pietrasanta, provincia di Lucca, chiude il festival “Anteprime” parlando di letteratura davanti a 5000 persone. Non nomina le intercettazioni e nemmeno l’Italia. Ma sul gioco dell’allusione il pubblico recepisce il suo messaggio quando parla del lavoro di Anna Politkovskaja, la giornalista russa assassinata nel 2006. «L’obiettivo di scrittori come la Politkovskaja era quello di scrivere in un Paese democratico e godere della libertà  di espressione. Non è possibile sottomettere la libertà  di stampa». Poi, parlando di Berlusconi, spiega: «Il premier mi ha accusato che con i miei articoli offro una brutta immagine del Paese. È curioso che si punti il dito su chi dà  l’allarme dell’incendio e non su chi l’ha appiccato».
Le parole di Saviano arrivano nei giorni caldi della protesta sul ddl intercettazioni. Ieri si è schierato anche il Sap, il sindacato di polizia “di destra”. «Considerando la determinazione governativa a chiudere questa partita senza ascoltare chi, come magistrati e forze dell’ordine, opera concretamente per prevenire e reprimere reati, svolgendo indagini, stiamo valutando di percorrere la strada del ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Il nostro ufficio studi è già  al lavoro». Parla così Nicola Tanzi, il segretario generale del Sap. Ha preso il posto di Filippo Saltamartini, per anni alla guida del sindacato, che è diventato senatore del Pdl e ha votato senza colpo ferire il provvedimento sulle intercettazioni che non piace per nulla ai suoi vecchi colleghi di polizia. «Le limitazioni che si determineranno nell’utilizzo delle intercettazioni in molti casi impediranno di indagare anche su gravi reati», conclude Tanzi che critica il governo anche sulla manovra e sui tagli alle forze di polizia.
Prima del ricorso alla corte dei diritti dell’uomo, oggi, sempre a Strasburgo si presenterà  con un bavaglio intorno alla bocca la parlamentare europea dell’Idv, Sonia Alfano. Una mobilitazione che si muove in modo trasversale. Magistrati e forze dell’ordine, partiti, giornalisti e società  civile. Il 9 luglio sciopereranno giornali, tv e agenzie di stampa contro il ddl. E il Popolo viola ha messo in moto la macchina dell’organizzazione. C’è un orario di convocazione: le 16 in piazza del Popolo. Nella piazza si arriverà  dopo due tappe: un primo momento di protesta davanti a palazzo Madama e un secondo a Montecitorio. In previsione c’è una manifestazione «dai grandi numeri».
Dalla Sicilia è partita la caccia a pullman e traghetti per raggiungere Roma. E così anche da Napoli e dagli altri punti della penisola. Il mezzo per comunicare è lo stesso del NoB day del 5 dicembre 2009: Facebook. È nata una pagina proprio per il cosiddetto “NoBavaglio day”: messa in piedi da 24 ore ha raccolto finora 2000 iscrizioni. Preparato anche uno spot che sta girando su Youtube. Intanto la protesta travalica i confini nazionali grazie alle “succursali” europee del Popolo Viola: ieri a Londra, sit-in con cartelli e striscioni contro il ddl. In previsione, contemporaneamente alla manifestazione di Roma del 9 luglio, presidi per la libertà  di stampa anche a Londra e Parigi.


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