Cascini: “Misure alternative, calo del 75% rispetto al 2005″

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ROMA – “Oggi siamo ad un quarto del numero di soggetti in misura alternativa rispetto al 2005. Questo è frutto di una legislazione che voleva mandare un messaggio di rigore, austerità  e di maggiore incidenza repressiva ma che di fatto ha creato una situazione insostenibile sia per il processo penale che per le carceri”. Così Giuseppe Cascini segretario dell’Associazione nazionale magistrati a margine del convegno dell’associazione Antigone in occasione dei vent’anni di attività  in corso presso palazzo S. Macuto della Camera dei deputati a Roma. Per Cascini, in Italia “i tempi di durata dei processi sono enormi, il numero dei processi che finiscono in prescrizione è altissimo e nello stesso tempo si produce un numero di detenuti di gran lunga superiore alle capacità  del sistema penitenziario”. Una situazione, ha puntualizzato, che dipende “da una legislazione schizofrenica, che non riesce a programmare l’intervento penale in maniera razionale, che pretende di dare risposte di tipo emotivo, simbolico a problemi di carattere sociale e quindi crea da un lato l’ingolfamento del sistema penale, dall’altro un affollamento del sistema penitenziario. Basti pensare alla drastica riduzione della possibilità  di ricorso a misure alternative al carcere, uno degli strumenti che ha funzionato di più nella storia del nostro Paese e che consentiva davvero il recupero e la risocializzazione degli autori di reato”. 

 

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