Omofobia, bocciata la legge Concia l’ira della Carfagna: la voto lo stesso

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L’orologio che, sul sito di Anna Paola Concia, segna quanti giorni sono passati dall’inizio della discussione sulla legge anti-omofobia subisce un altro, bruttissimo colpo. Ieri segnava quota 960. Domani continuerà  a correre perché Pdl e Lega, ma pure l’Udc, non lo hanno fermato. Assieme, in commissione Giustizia alla Camera, hanno bocciato la proposta della Pd Concia che istituiva una circostanza aggravante specifica per chi commette un reato «in ragione della omosessualità  o transessualità  della persona offesa». Alle 15 votano per andare avanti Pd, Idv e Fli. Ma vanno sotto. Era già  successo il 13 ottobre 2009. Allora in aula. Contro la legge che, dice la Concia, «c’è in tutta Europa». Gli stessi falchi avevano votato per la pregiudiziale di costituzionalità . 
Il centrosinistra grida «allo scandalo e alla vergogna». Ma mezz’ora dopo la reazione più forte e sorprendente, il caso della giornata, si apre nel Pdl. Dove il ministro per le Pari opportunità  Mara Carfagna prende rumorosamente le distanze dai suoi. Con parole forti. Eccole: «Il Pdl ha perso un’occasione. Il testo non prevedeva il reato di omofobia, ma introduceva aggravanti per i reati commessi a scopo discriminatorio. Una norma di stampo europeo». Poi la maggiore sorpresa: «Voterò a favore del ddl non appena arriverà  in aula». Poi si sfoga in Transatlantico: «Mi sono già  messa d’accordo con la Concia, lunedì, quando andremo in aula, presenterò con lei un emendamento che ripropone l’aggravante e la amplia anche ad altre categorie di discriminati per sesso, razza o condizione». Poi, seccata: «C’è stato un eccesso di zelo, pure Avvenire è favorevole e non è vero che la legge apre la strada alle unioni civili tra gay». 
Se a sinistra tutti si aspettavano l’imboscata di Pdl e Lega, e davano per scontato che l’Udc, per il suo legame con la Chiesa, si sarebbe messa di traverso, nessuno presagiva una mossa così pesante della Carfagna. Che mette in difficoltà  il Pdl dove il capogruppo in commissione Enrico Costa non demorde: «Vogliamo una legge sull’omofobia, ma non questa del Pd perché è incostituzionalità . Avevano chiesto un rinvio per riflettere». Ma 960 giorni sono tanti. Lo dice, infuriata, la Concia: «Hanno avuto tanto tempo per esaminare due soli articoli. E pure la faccia tosta di chiedere una proroga per approfondirli ancora. Quando ci siamo opposti sono usciti allo scoperto per quello che sono: gente che dice no a una battaglia di civiltà ». 
Aggredita a due passi da Montecitorio due settimane fa, la Concia è delusa. Incassa la solidarietà  di tutte le associazioni dei gay. Il Pd è con lei. La rassicura Dario Franceschini con un «è veramente inaccettabile». Poi: «Retromarcia incomprensibile. Il 23 andremo in aula col testo di Soro». Tecnicamente lo spiega Donatella Ferranti che descrive la lunga mediazione politico-tecnica per arrivare all’aggravante dell’omofobia. Ma la Lega, il partito dell’aggravante (poi bocciata dalla Consulta) di clandestinità , è contro. Perché, ironizza Carolina Lussana, «non introdurre aggravanti per chi aggredisce chi la pensa diversamente in politica o nel tifo calcistico?». Chiosa la Concia: «È una vergogna. La gente sappia la verità : il centrodestra ha detto no a una battaglia di civiltà  per cui era a favore Napolitano». La sostengono Nichi Vendola («Segno di incultura e inciviltà ») e Vladimir Luxuria («La maggioranza abbia la decenza di non rilasciare finte dichiarazioni di solidarietà  quando veniamo aggrediti»). 
Perché resti agli atti della cronaca, si spacca pure il Terzo polo. Mentre si svolge la conferenza stampa di Fini, Casini e Rutelli, l’Udc vota in modo opposto da Fli. Diranno i finiani Falvia Perina e Nino Lo Presti che la bocciatura «è un fatto molto grave» e che «Pdl e Lega si confermano forze estremiste». Ma la divisione resta


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