Tassa sui Suv e stretta sulle banche

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ROMA — L’equiparazione dell’età  pensionabile tra uomini e donne nel settore privato, a partire dal 2020, la nuova tassa dello 0,15%sulle transazioni finanziarie, il superbollo sui Suv e le auto di grossa cilindrata, e l’ennesima “spazzolata”alle Regioni, agli enti locali e alle banche. Alle quali, tuttavia, il governo concede in cambio un’opportunità  per rafforzare il proprio patrimonio.
Queste le principali novità  che emergono dall’ultima bozza del decreto per la correzione dei conti pubblici che arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri insieme al disegno di legge delega per la riforma fiscale. L’allungamento da 60 a 65 anni dell’età  di pensione per le donne, secondo l’ultima bozza del decreto, scatterà  dal 2020 e procederà  al ritmo di sei mesi l’anno, per concludersi quindi nel 2030. Rispetto alle ipotesi originarie (si doveva partire già  dal 2012) il processo sarà  dunque molto più soft e graduale, come volevano il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, e Umberto Bossi.
Resterebbe confermato, invece, l’anticipo al 2014 dell’agganciamento automatico dell’età  di pensione alle speranze di vita, che in sede di prima applicazione porterà  a un allungamento di tre mesi dei requisiti. La novità  principale di queste ultime ore è tuttavia la reintroduzione dell’imposta di bollo sulle transazioni finanziarie. Si pagherà  lo 0,15%sull’acquisto di azioni e obbligazioni, ma non dei titoli di Stato. Nello stesso tempo il decreto introduce una nuova tassa sulle operazioni “speculative”delle banche, con un’aliquota del 35%sul «risultato complessivo netto della gestione delle attività  finanziarie detenute per la negoziazione » , una misura che porterà  nelle casse dello Stato ben 4 miliardi tra il 2011 e il 2012. In cambio le banche avranno la facoltà  di rafforzare il patrimonio, anche in funzione dei nuovi parametri internazionali, con la rivalutazione delle quote di controllo. E sempre in tema di nuove tasse, con la manovra, debutta già  dal 2011 il superbollo sui Suv e le auto di grossa cilindrata (con potenza superiore a 125 kWh).
Tra le novità  fiscali, oltre al rinvio al primo ottobre dell’esecutività  immediata degli accertamenti, spunta anche la definizione agevolata delle liti pendenti con il fisco. Le liti fiscali che non superano i 20 mila euro pendenti alla data del primo maggio davanti alle commissioni tributarie o ai giudici ordinari potranno essere chiuse pagando 150 euro se la causa ha un valore non superiore ai 2.000 euro, mentre per gli importi superiori si pagherebbe il 10%delle somme. Nel menu della manovra, che dovrà  recuperare 47 miliardi di euro da qui al 2014 per azzerare il deficit, non potevano mancare i tagli agli enti locali. Che saranno consistenti, visto che si parla di una sforbiciata da 3,2 miliardi nel 2013 e di 6,5 miliardi a partire dal 2014. Tagli che si aggiungono a quelli, già  pesanti, operati ai trasferimenti verso Regioni, Province e Comuni con la manovra di finanza pubblica dell’anno scorso. In compenso, viene confermata la riforma del Patto di stabilità  per i Comuni: chi rispetta gli obiettivi di bilancio e ha soldi in avanzo, a differenza di quanto avviene oggi, potrà  spenderli. In arrivo anche nuovi tagli ai ministeri.
La manovra fisserà  un obiettivo per ciascun ministero e i ministri dovranno proporre i loro piani di risparmio entro settembre, perché siano inseriti nella legge di stabilità . Ovviamente il Tesoro ha preteso delle garanzie, riservandosi, in mancanza dei piani o di fronte a progetti non adeguati, una riduzione delle dotazioni finanziarie di ciascun singolo dicastero. Ieri, intanto, il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, ha smentito che una parte delle risorse per far quadrare i conti pubblici possano essere prelevati dal Fas, il fondo per ilMezzogiorno. Resta confermato, tuttavia, il taglio di 3,5 miliardi di euro al “fondone”di Palazzo Chigi per il sostegno all’economia reale. Insieme alla manovra, oggi il governo dovrebbe dare via libera anche alla delega per la riforma del fisco. In futuro ci saranno tre sole aliquote (20, 30 e 40%) e sole cinque imposte (Irpef, Ires, Iva, accise e una nuova tassa di servizio che accorperà  anche quelle catastali e ipotecarie).
Una delle deleghe riguarderà  la razionalizzazione e la riduzione delle oltre 470 detrazioni, deduzioni e sconti fiscali previsti dall’ordinamento attuale, un’altra l’eliminazione delle sovrapposizioni tra il fisco e l’assistenza sociale, un’altra ancora le nuove misure contro l’evasione. In programma c’è anche l’aumento dell’Iva per compensare la riduzione delle aliquote Irpef, ma su questo punto il dibattito, nel governo, è ancora aperto.


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