Parma, nuovo round tra “indignati” e sindaco

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PARMA – Il sindaco è indagato. No, non è vero, il sindaco querela. Bersani chiede le dimissioni del sindaco. Si dimetta piuttosto Bersani per Penati. Facciamo un consiglio comunale in fretta. No, facciamolo il più tardi possibile. Il popolo va in piazza a protestare. I politici berlusconiani se ne vanno invece in vacanza.
Lo scandalo di Parma ormai tracima sempre più nella farsa tragica. L’unico dato certo sono i cittadini che anche ieri sera con scesi in piazza a chiedere le dimissioni del sindaco. Un quotidiano locale in mattinata aveva pubblicato la notizia che Pietro Vignali, primo cittadino ex civico, ora fervente berlusconiano, era pure lui indagato nell’inchiesta che ha portato in carcere in un mese undici suoi uomini, dirigenti comunali e imprenditori. Sarebbe stata la fine di una giunta di centrodestra che perde i pezzi ogni giorno. Ma subito arrivavano le smentite. «Non ci risulta» annunciava il procuratore Gerardo Laguardia. Sulla porta del Municipio al pomeriggio Vignali commentava: «E’ un’affermazione molto grave, destituita di ogni fondamento. Querelerò il quotidiano».
Il sindaco ha attaccato pure il Pd, accusandolo di essere «forcaiolo» e di aver parlato in maniera «affrettata, improvvida, senza fare nessuna verifica». Il partito di opposizione aveva commentato a tamburo battente la notizia pubblicata da “La Sera”, quotidiano indipendente considerato vicino al Pd. «Se è vera, Vignali dicendo di non sapere quel che facevano i suoi uomini ha detto bugie e falsità  ai propri cittadini. Quindi si deve dimettere».
Antipasto caldo di quello che verrà  a chiedere questa sera Pierluigi Bersani in piazza Garibaldi. «Dimissioni». E’ il segnale definitivo del muro contro muro. Il Pdl ha fatto quadrato. «Si dimetta Bersani, visto quel che emerge sul suo braccio destro Penati». «E l’inchiesta su di lui e altri è molto più grave di questa qui» proclama il coordinatore del Pdl Massimiliano Bonu
I berluscones mostrano il viso d’arme, ma sono sconquassati dai venti. «Fra qualche mese io non ci sarò più e arriverà  un commissario» ha scritto su Internet l’assessore alla Sport Roberto Righetti. Il vicesindaco Paolo Buzzi cerca di tenere insieme i pezzi ma è durissima. Parma Civica, la lista con cui è stato eletto Vignali ma che in buona parte gli ha girato le spalle, chiede un consiglio comunale al più tardi agli inizi da agosto, per sbloccare la paralisi amministrativa. Vignali e il Pdl temono possa fare esplodere la crisi, a parole dicono di accettare un confronto profondo su tutto. Ma il 30 agosto. Dopo le vacanze, sperando in bollori chetati ma rischiando che spese di bilancio decisive per mandare avanti la città  siano difficili da far partire.
Per tagliare la testa al toro, cinque consiglieri della maggioranza hanno annunciato che partiranno per le vacanze. Il sole non c’è, lo squagliamento politico sì. «Dopo gli indignatos, la giunta deve fare i conti con gli infraditos» ha scritto repubblica.parma.it.
Se i politici in ciabatte se ne vanno, gli indignatos che contestano Vignali continuano a scendere in piazza. Non hanno veri colori politici. Ragazzi dei centri sociali, ma anche normalissimi cittadini in fiaccolata notturna. Padelle e scatole dei biscotti come tamburi. Con slogan ironici mimati dalle richieste che facevano gli accusati per portare in Comune o nelle società  privatizzate da Vignali, mogli, fidanzate, amici, clienti. «Che scarpe compri? Chi voti? Vai a messa?». Ieri il corteo per partire ha scelto la piazza dove è il monumento all’anarchico Pietro Picelli e alle barricate con cui nel 1922 furono bloccati i fascisti. «Balbo hai passato l’Atlantico, non passerai la Parma». Gli indignatos risalgono la storia. «Il monumento è quasi abbandonato, ma è ancora in grado di trasmettere il senso delle giornate più eroiche di Parma».


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