Una boccata d’ossigeno per le Borse

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MILANO – Tentativo di recupero per i listini europei. Incuranti, per un giorno, delle fiacche prospettive economiche sottolineate dall’Ocse e del quadro di incertezza per il vertice franco-tedesco di oggi. Ieri, le Borse hanno interrotto la serie negativa e sono salite con convinzione: Piazza Affari si è aggiudicata la maglia rosa, con un rialzo pari all’1,78%, anche grazie al sostegno proveniente degli sviluppi delle vicende libiche su molte società  italiane. Così, l’Eni – per esempio – è salita del 6,33%; ed è un rialzo che “pesa” per il listino italiano, visto che il cane a sei zampe vale circa un settimo dell’indice principale a Piazza Affari. Allo stesso modo, sono andati bene Ansaldo Sts (+5%) e in misura minore Finmeccanica e Impregilo, con guadagni di poco superiori all’1%.
Ma in tutta Europa le Borse sono andate bene, con l’eccezione di Francoforte (-0,11%): hanno segnato rialzi superiori al punto percentuale Parigi (+1,14%) e Londra (+1,08%) seppur lontane dai massimi di giornata. Anche Piazza Affari ha dimezzato i guadagni rispetto ai massimi della seduta, mancando di poco l’obiettivo di chiudere sopra quota 15 mila punti del Ftse Mib. Unica eccezione al quadro positivo, la Grecia (meno 2,3% l’indice) dove sono tornate ad acuirsi le tensioni sul piano per il debito e le garanzie chieste (e ottenute) dalla Finlandia.
Del resto, i mercati – e non solo Piazza Affari – continuano ad avere più di una ragione di preoccupazione, dal punto di vista politico e delle prospettive economiche. Ieri, l’Ocse ha diffuso le statistiche sulla crescita: ebbene, nel secondo trimestre è continuato il rallentamento in atto e il pil dell’area Ocse è cresciuto solo dello 0,2% dopo il +0,3% del primo trimestre dell’anno. Si tratta del quarto trimestre consecutivo in cui si registra una crescita che va indebolendosi. Relativamente all’Italia, il pil è salito dello 0,3%, meglio dello 0,1% dei tre mesi precedenti. Nell’intera area euro la crescita è stata dello 0,2%, dallo 0,8% del primo trimestre.
Elementi di incertezza sono legati anche all’incontro di oggi a Bercy tra i ministri economici tedesco Wolfgang Schauble e il francese Francois Baroin: dovranno cercare di tradurre in proposte concrete le decisioni annunciate una settimana fa da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy. In particolare i due ministri dovranno cercare di dare una qualche consistenza all’idea della Tobin tax, la tassa sulle transazioni finanziarie («Funziona solo se l’adottano tutti», ha detto ieri Corrado Passera, numero uno di Intesa Sanpaolo). E’ probabile anche che venga ripetuto il no agli eurobond, mentre in Germania qualcuno comincia a fare i conti di quanto costerebbero di più in termini di maggiori interessi, sia per Berlino sia per Parigi.
A livello comunitario, la Bce intanto ha reso noto che la settimana scorsa ha acquistato titoli governativi (Btp ma anche Bonos, con tutta probabilità ) per 14,3 miliardi di euro; una cifra inferiore ai 22 della settimana ancora precedente ma in linea con le aspettative del mercato. Dal maggio 2010, quando è partito il programma di riacquisto di titoli di Stato, gli interventi della Bce hanno raggiunto i 110,5 miliardi di euro. Nuovo record infine dell’oro, salito oltre i 1.900 dollari l’oncia.


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