Agosto di record per gli Stati uniti

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 È un agosto di record per gli Stati uniti: in Iraq nessun soldato ucciso, in Afghanistan 66. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione nel marzo 2003, in agosto non risulta nessun americano morto in Iraq, né in combattimento né per altre ragioni, incidenti e malattie compresi.

Lo riporta il sito web dell’organizzazione indipendente icasualties.org, che monitora il numero delle vittime Usa in Iraq ogni mese. Il dato è sorprendente, perché luglio è stato invece il mese più nero negli ultimi 3 anni per l’esercito americano, con 14 soldati uccisi. E perché emerge in un contesto difficile: gli insorti sunniti hanno ripreso una campagna di attentati suicidi e assassinii che ha causato almeno 155 vittime irachene e riportato nel paese lo spettro della guerra civile.
Il dato eccezionale sembra dovuto a due fattori: le maggiori pressioni del governo iracheno sul vicino Iran e le milizie sciite, e gli attacchi unilaterali delle forze Usa. Potrebbe anche essere collegato alle trattative in corso tra Usa e Iraq sul ritiro delle truppe entro dicembre. «È una combinazione di cose successe contemporaneamente», ha dichiarato il colonnello Douglas Crissman, responsabile delle forze Usa nelle quattro province del sud del paese. Statistiche del Pentagono riportano che dall’inizio della guerra sono morti 4465 militari americani, di cui 56 solo nell’ultimo anno, da quando il presidente Barack Obama ha posto ufficialmente «fine» ai combattimenti. Per il ministero della sanità  iracheno nello stesso periodo sono stati uccisi 1604 civili.
Il contrasto con il dato afghano è fortissimo: qui agosto è stato il mese più nero per l’esercito Usa dall’inizio del conflitto nel 2001, con un bilancio di 66 vittime. Ha superato anche luglio 2010, quando i morti erano stati 65. Il record è stato raggiunto a causa dei 30 soldati morti per l’abbattimento di un elicottero da parte dei taleban il 6 agosto.


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