Anche Air France dice addio a Malpensa tramonta il sogno del grande hub lombardo

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MILANO – Air France ed Alitalia – con la benedizione del governo Berlusconi – rifilano l’ennesimo colpo basso a Malpensa. A partire da fine ottobre, infatti, il vettore francese sposterà  tutti i suoi voli per Parigi-Charles de Gaulle in partenza dallo scalo bustocco a Linate, sfruttando quattro slot della compagnia italiana. Il numero dei collegamenti trasferiti è relativamente basso ma l’effetto rischia di essere dirompente per il trasporto aereo nel Nord Italia: l’offerta del vettore francese sommata a quella di Alitalia porta a undici le partenze giornaliere per la capitale transalpina. E questo servizio-navetta trasformerà  con ogni probabilità  Parigi – a scapito di Fiumicino – nel nuovo hub per voli intercontinentali della parte più ricca del paese.
Il governo Berlusconi – paladino della battaglia per salvare Alitalia e la Malpensa dalla «svendita» ai francesi – ha ottenuto alla fine l’effetto opposto. E l’operazione, per ironia della sorte, sta andando in porto grazie ai buoni uffici dell’aerolinea tricolore e all’ombrello antitrust aperto dal Cavaliere sulla cordata dei patrioti, provvedimento che ha regalato alla Magliana il sostanziale monopolio su Linate. I diritti di decollo dal Forlanini girati ai francesi fanno parte del tesoretto di slot inutilizzati sul city-airport da Alitalia, mai riassegnati malgrado sul tavolo della Sea, la società  di gestione, ci siano ben 54mila richieste per volare da qui.
La mossa di Air France lascia sul terreno due sconfitti: i contribuenti italiani – che si sono fatti carico di 3 miliardi di perdite della Magliana per evitare la vendita ai francesi – e la Malpensa. Per lo scalo bustocco la beffa è doppia: colpisce un aeroporto che grazie al lavoro del management stava iniziando a digerire il de-hubbing di Alitalia (nel 2011 sono state aggiunte 86 frequenze settimanali e in inverno debutteranno cinque rotte intercontinentali). E lo fa proprio alla vigilia della quotazione della Sea. Un’operazione “vitale” per il Comune di Milano che conta di far quadrare il bilancio grazie al maxi-dividendo da 124 milioni promesso dalla società  di Giuseppe Bonomi a Palazzo Marino in occasione del collocamento in Borsa, già  complesso per la bufera sui mercati.
Il rafforzamento della navetta Linate-Parigi getta nuova luce anche sull’addio di Lufthansa al sogno di un hub a Malpensa, progetto impraticabile con la concorrenza di Air France da Linate. Il governo del resto ha non ha perso occasione per aiutare il tandem Alitalia-Air France (che pare sempre più vicino alle nozze) a scapito dello scalo lombardo: ultima occasione l’incomprensibile no al volo Milano-New York di Singapore Airlines.
Il Forlanini invece – che in base al decreto Bersani-bis pareva destinato a un ridimensionamento – va verso una seconda giovinezza. Alitalia, sfruttando i codici di tutte le compagnie che ha inglobato negli ultimi anni (da Air One a Volare) riesce a operare a pieno ritmo sulle tratte più ricche. In teoria avrebbe interesse a dirottare verso il suo network intercontinentale di Fiumicino i passeggeri intercontinentali. Le sue destinazioni a lungo raggio da Roma sono però molte meno di quelle servite da Parigi. E Sabelli in fondo incassa ricche royalties anche per i viaggiatori che, partendo da Milano, si imbarcano sulla rete mondiale di Air France (che di Alitalia controlla il 32%). Il 3 dicembre prossimo, in teoria, scadrà  il paracadute dell’antitrust. Ma visti i chiari di luna – dicono le malelingue – il Governo potrebbe pensare addirittura di prolungarlo.


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