Milanese, l’ora del voto Bossi: non mi piace far arrestare la gente

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ROMA — Che giovedì 22 alle 12 l’aria nell’aula di Montecitorio non sarà  poi così ostile a Marco Milanese lo si vede fin dal mattino quando lui — l’ex braccio destro del ministro Giulio Tremonti che rischia l’arresto per associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio — viene salutato in Transatlantico con una raffica di pacche sulle spalle. Si fanno avanti i colleghi del Pdl guidati dall’indipendente Mario Pepe mentre quelli dell’Udc, come Renzo Lusetti, non si tirano indietro. Ma la vera svolta arriva con l’annuncio garantista della Lega: «In giunta voteremo contro l’arresto Milanese, e in Aula lasceremo libertà  di coscienza anche se poi deciderà  il segretario federale», annuncia il capogruppo Luca Paolini.
La svolta della Lega contro le manette viene salutata da Antonio Di Pietro (Idv) come «la svendita della dignità  di un intero partito» mentre Marilena Samperi (Pd) accusa il Carroccio di «abbandonare la battaglia per la legalità ». Insomma, la Lega, che appena due mesi fa contribuì con il voto dei deputati maroniani all’arresto di Alfonso Papa (Pdl), ora intravede il «fumus persecutionis» dietro alla richiesta di arresto per Milanese. Ed è infine Umberto Bossi — che vede nel suo bunker di Montecitorio Paolini e il collega Fulvio Follegot — a dare la linea: «A me non piace fare arrestare la gente…».
Oggi alle 9, dunque, quando la giunta per le autorizzazioni voterà  la relazione di Fabio Gava del Pdl (no all’arresto di Milanese) ci dovrebbero essere 11 favorevoli e 10 contrari, compreso il presidente Pierluigi Castagnetti (Pd). Poi toccherà  all’Aula, giovedì prossimo, con il voto segreto: «Ma non è facile fare previsioni — osserva Maurizio Paniz (Pdl) — perché anche nel nostro partito potrebbero esserci voti in dissenso alle indicazioni del gruppo». Mentre i deputati di Fli dovrebbero uniformarsi al voto che esprimeranno in giunta Nino Lo Presti e Giuseppe Consolo, favorevoli all’arresto perché considerano «eticamente non corretto il comportamento di Milanese». Ma sull’altro piatto della bilancia, oltre ai voti della Lega, peserebbero una parte di quelli dell’Udc per garantire un paracadute a Marco Milanese. I due centristi presenti della giunta — Armando Dionisi e Pierluigi Mantini — hanno annunciato che oggi voteranno per l’arresto. «Ora la Lega difende Roma ladrona», attacca Mantini ma poi il direttivo del gruppo e il segretario Lorenzo Cesa danno il via libera al voto di coscienza in Aula: e questo trattamento favorevole concesso dall’Udc a Milanese (e negato a Papa) evidenzia, secondo Roberto Rao, che sull’ex braccio destro di Tremonti il voto sarà  tutto politico. Perché in questo momento di crisi il Paese non può certo permettersi di azzoppare, seppure per interposta persona, il ministro dell’Economia.


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