Superfondo e taglio dei tassi Bce, un giorno di rialzo per le Borse

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MILANO — Le linee di intervento auspicate la scorsa settimana al Fondo monetario internazionale hanno fatto bene ai listini, a cominciare da Milano, in testa in Europa a +3,32%, sebbene dopo una giornata sull’ottovolante. Il mercato ha voluto guardare positivamente alle ipotesi di rafforzamento del fondo di stabilità  europeo Efsf (il cosiddetto fondo salva Stati) fino a 3 mila miliardi di euro, al possibile taglio dei tassi da parte della Banca centrale europea e alle indiscrezioni (nonostante le smentite) su un intervento di Parigi nella ricapitalizzazione per circa 10-15 miliardi delle banche francesi, fra le più esposte al rischio sovrano greco. Così in Europa, dopo un avvio timido a causa della chiusura in negativo del Giappone (-2,17%) gli indici si sono rafforzati: Francoforte +2,87%, Parigi +1,75% Madrid +2,56%, Zurigo +1,93%, Londra +0,45%.

A spingere sono state soprattutto le banche, per i possibili benefici dai piani di intervento: in Italia hanno guadagnato in particolare Intesa Sanpaolo (+8,31% a 1,095 euro), Ubi Banca (+5,96% a 2,63 euro), Mps (+4,3% a 0,40 euro) e Unicredit (+6,33% a 0,722 euro). Anche in Francia Crédit Agricole ha guadagnato il 7,41%, SocGen l’8,23% e Bnp Paribas l’8,55%.

Se le voci sugli interventi alimentano l’ottimismo, le dichiarazioni dei governi e delle autorità  non mostrano tuttavia una strada in discesa. Specialmente se sulla Grecia si assiste a un rinvio della nuova tranche di aiuti. Circa il rafforzamento del salva Stati sono circolate anche ipotesi su come realizzarlo tecnicamente, attraverso la creazione di un nuovo fondo finanziato da Efsf che avrebbe attinto a finanziamenti della Banca europea per gli investimenti. Ma a gelare gli animi è intervenuto ieri sera il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schà¤uble: «Non abbiamo intenzione di aumentare l’Efsf», ma di «utilizzarlo in modo efficace», dandogli gli strumenti «con i quali può raccogliere 440 miliardi a condizioni di tripla A». Sulla stessa linea i governi di Olanda e Finlandia. D’altronde deve essere ancora ratificato il rafforzamento a 440 miliardi: giovedì voterà  il Parlamento tedesco, passaggio chiave di tutta l’architettura, poi servirà  il voto di altri 17 Paesi. Che comunque un lavoro sotterraneo ci sia lo ha confermato il membro della Bce, Lorenzo Bini Smaghi: «Forse non vogliono ammetterlo in pubblico ma ci stanno pensando». E anche Tim Geithner, segretario Usa al Tesoro: «Credo che i Paesi europei stiano prendendo provvedimenti, stanno cercando di mostrare maggior impegno».

L’altra mossa auspicata potrebbe essere il taglio dei tassi da parte della Bce: ieri il governatore della Banca centrale austriaca, Ewald Nowotny ha detto che «non si può escludere un taglio dei tassi. Tutto dipende dagli sviluppi futuri» della situazione economica. Un’apertura stoppata però da Yves Mersch (Banca del Lussemburgo): «Attese irrealistiche e folli», visto che non ci sono segnali di «sensibile peggioramento» dell’economia. «È più importante fornire liquidità  al sistema» finanziario, ha sottolineato invece il governatore maltese Josef Bonnici. Sul mercato c’è infatti attesa per la possibile ripresa dell’acquisto di covered bond.


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