Trichet: rispettare gli obiettivi

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CERNOBBIO — Un’accoglienza così non se l’aspettava. Nel pieno della crisi dell’euro l’arrivo di Jean Claude Trichet a Cernobbio non presagiva nulla di buono per il numero uno della Bce. Che è invece è salito sul palco del Workshop Ambrosetti tra gli applausi, raccogliendo anche un tributo del presidente Giorgio Napolitano «per quanto fatto nelle ultime settimane». Il ringraziamento è per il sostegno dato all’Italia comprando sul mercato Btp per stemperare la speculazione. Dopo aver speso quasi 30 miliardi di euro, però, venerdì la rapida risalita del differenziale di rendimento con i Bund tedeschi sopra 300 punti ha alimentato la sensazione che Francoforte stia piano piano mollando. Qualcuno ha parlato di irritazione per la versione rivista e corretta della manovra, che avrebbe fatto carta straccia della lettera inviata ad agosto da Trichet al governo con una serie di richieste, a cui era subordinato l’intervento della Bce. Ci pensa, in modo piuttosto irrituale, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, a rassicurare. Arrivato a Villa d’Este con un’ora di anticipo sul collega Giulio Tremonti, che avrebbe avuto poi un faccia a faccia con Trichet, ha preso la scena: «Escluderei — ha esordito — che la Bce decida di smettere di aiutare comprando titoli di Stato di Italia, Spagna e altri Paesi». Il tono non è quello di un auspicio. Giovedì è in programma una riunione del board dell’Eurotower e Frattini sembra quasi voler anticipare la decisione che verrà  presa. Alla Bce, tuttavia, l’indipendenza è un dogma, si sa, e scelte così delicate non vengono condivise in anticipo. Per questo pare che le parole di Frattini non siano state accolte bene. I falchi giovedì potrebbero spingere perché la Bce si fermi.
Domani, alla riapertura dei mercati, si capirà  meglio se l’Eurotower andrà  avanti. Molto dipende dai tempi del varo della manovra. Se entro questa settimana, spiega una fonte da Francoforte, non ci sarà  il via libera la Bce potrebbe fermarsi per davvero. D’altra parte Trichet ieri è stato chiaro: «La Bce non si può sostituire ai governi». «Gli obiettivi definiti — ha spiegato — vanno rispettati. Vale per tutti i governi europei. Noi abbiamo preso nota degli impegni». Poi il banchiere si è rivolto al governo Berlusconi: «È essenziale che l’obiettivo annunciato di diminuzione del debito sia pienamente confermato e implementato. È assolutamente decisivo per consolidare e rinforzare la credibilità  della strategia italiana e la sua affidabilità  creditizia». Di nuovo Frattini: «Le preoccupazioni di Trichet troveranno una risposta nei fatti — ha assicurato —. I fatti saranno mantenere saldi invariati e garantire la parità  di bilancio già  nel 2013, e certamente garantire la rapida approvazione della manovra con il progetto del governo, che non verrà  stravolto ma migliorato. Questi dati oggettivamente rassicureranno i mercati e la Bce».


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