E Bankitalia rilancia l’Ici “Ripristinarla sulla prima casa ma tagliando le tasse sul lavoro”

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ROMA – Ripristinare l’Ici sulla prima casa, per tutti. Lo suggerisce, a sorpresa, la Banca d’Italia. Perché non avere quell’imposta sugli immobili è «un’anomalia», rispetto all’Europa. Perché sana la disparità  tra proprietari e affittuari. Perché i cittadini che la pagano possono controllarne gli effetti in termini di servizi pubblici locali. Ma soprattutto perché consente di spalmare il peso fiscale dal lavoro, «elevato e destinato a crescere», al patrimonio. Esultano i Comuni, assetati di risorse. Attaccano le opposizioni: «Bankitalia stronca la politica economica del governo», dicono Pd e Ivd. «L’eliminazione dell’Ici è stato un regalo di Berlusconi ai ricchi», incalza Vendola, Sel. Intanto la Cgia di Mestre calcola in 2,8 miliardi le entrate annue ripristinate. Ovvero 150 euro in media a famiglia.
«Sarebbe necessaria una riflessione sull’opportunità  di reintrodurre l’abitazione principale fra gli immobili soggetti a imposta, in particolare l’Ici». A infrangere uno dei tabù del centrodestra, che sull’abolizione dell’imposta anche per i redditi alti giocò la partita delle elezioni del 2008 (su quelli bassi aveva provveduto il precedente governo Prodi), è Daniele Franco, capo della ricerca economica di Palazzo Koch, in audizione al Senato sulla riforma fiscale. «Le imposte sulla proprietà  immobiliare – ha riferito ieri in Commissione Finanze – costituiscono il perno della fiscalità  locale nella maggior parte dei Paesi». E spiega anche il perché: «La possibilità  per il contribuente di commisurare l’onere fiscale al beneficio ricevuto in termini di servizi rappresenta un importante incentivo a scelte di bilancio responsabili da parte degli enti». Musica per i sindaci. «Noi abbiamo sempre detto che l’abolizione dell’Ici sulla prima casa era sbagliata perché ha tolto certezze ai Comuni», dice Graziano Delrio, neopresidente dell’Anci. «Tutto quello che sposta la tassazione da persone fisiche e imprese verso gli immobili va bene», aggiunge.
Il rischio, secondo Bankitalia, è che parte rilevante della mancata imposta si trasferisca «su esercizi commerciali e studi professionali o sui proprietari di seconde case». Senza pensare al “vulnus” che divide il proprietario da chi è in affitto. Il primo non paga tasse «ai fini dell’Ici e dell’Irpef», ma gode della «detraibilità  degli interessi passivi sui mutui per l’acquisto della prima casa». Una «sperequazione ai danni delle famiglie che vivono in abitazioni locate», ricorda Franco, il 20% del totale e appartenente alla fascia di reddito più basso. Una «discriminazione» che, assieme ad altri fattori, «costituisce un ostacolo alla mobilità  dei lavoratori e all’uscita dal nucleo familiare». A preoccupare Bankitalia, però, è anche «il peso della tassazione in Italia, soprattutto sul lavoro, elevato e destinato a crescere nei prossimi anni per effetto dell’aumento delle entrate previsto dalla manovra». Di qui la necessità  di pescare da altre fonti. «Se fossi al governo tasserei i grandi patrimoni immobiliari e gli scudati», ha commentato Bersani, segretario Pd.


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