L’offerta del Pdl: subito le preferenze
ROMA — La linea ufficiale è quella, attendista, che ripeteva anche ieri Fabrizio Cicchitto: «Vogliamo portare avanti le riforme costituzionali e votarle almeno in prima lettura. Poi penseremo alla legge elettorale». Parole caute, se si pensa che la bomba referendum — con il suo carico di umori antigovernativi —, potrebbe far esplodere il governo.
Così ci si chiede: possibile che il centrodestra affronti l’appuntamento referendario senza una proposta nero su bianco che faccia da testo base ai distinguo degli uni e degli altri, e si muova in ordine sparso, come dimostra la frattura nella Lega dove Maroni si dice favorevole a far svolgere la consultazione e Calderoli contrario?
Può darsi, come dice Pier Ferdinando Casini, che la realtà sia proprio quella che si vede: non c’è un’idea, non c’è il clima, la legge elettorale «non si farà mai» e quindi molto meglio andare a votare per il referendum «come dice Maroni». Ma può darsi anche che la soluzione per uscire dall’impasse sia già lì, sotto il naso di tutti, pronta a essere tirata fuori ufficialmente dopo un po’ di discussioni più o meno inconcludenti. E che sia proprio questa l’arma con la quale il centrodestra pensa di sterilizzare il referendum.
Lo dice con chiarezza Ignazio La Russa: «Se si vuole un’intesa vera e solida, siamo disponibili a siglarla. Siamo d’accordo in molti nel mio partito, anche Alfano: chi ha firmato il referendum voleva cambiare questa legge nel punto più contestato, e cioè le liste bloccate, la gente ci chiede di poter scegliere i propri eletti. Bene, allora — come ha proposto per primo Nania — emendiamo l’attuale legge introducendo le preferenze, e il problema è risolto». Se invece, avverte La Russa, «il problema è un altro», e cioè «si vuole usare il referendum come cavallo di Troia per smontare il bipolarismo, beh non ci staremo mai».
È insomma questa la tentazione del centrodestra, nonostante ancora siano molte le voci dissonanti all’interno della coalizione: limitarsi a una correzione piccola piccola, per evitare di essere travolti da un’onda i cui effetti sono al momento difficilmente immaginabili. Certo, che non sia facile lo sanno bene nell’entourage di un Berlusconi apparso ai suoi piuttosto distaccato rispetto al tema: ieri il premier ha passato la giornata con i figli e ha rimandato a martedì — quando dovrebbe tenersi un vertice di maggioranza con i capigruppo a palazzo Grazioli — tutti i nodi da sciogliere, dal decreto sviluppo a Bankitalia alla legge sulle intercettazioni.
«Se siamo pronti a procedere anche a maggioranza sulla legge elettorale? È presto per dirlo…», frena La Russa. E nessuno nasconde che il mero inserimento delle preferenze nel Porcellum può portare a sbattere, perché — sostiene il fli Benedetto Della Vedova — è «evidente che tale modifica non rispetterebbe lo spirito del quesito proposto e non sarebbe sufficiente a sospendere la consultazione referendaria». Ma questi sono, dicono nel Pdl, problemi del dopo. Adesso si devono evitare spinte centrifughe per tenere vivo il governo, e spaccarsi sulla legge elettorale impedirebbe di ottenere il risultato.
Related Articles
Intercettazioni, il centrodestra si divide i “falchi” bloccano ogni mediazione
Le “colombe” invece tentano il dialogo con l’Udc. Mercoledì il voto sulle pregiudiziali. Il nodo principale resta la possibilità di pubblicare gli ascolti almeno per riassunto
Vimercati: ho tante cose da dire ai magistrati parlerò delle mazzette
L’ex braccio destro dell’esponente pd: cacciato senza un perché. Casi di corruzione? Il mio stile di vita dopo il 2001 non è cambiato, non ho comprato Ferrari né ville
«Chi?» È sempre l’uomo della provvidenza
Tra i manufatti più apprezzati di quella grande potenza che è l’Italia c’era un tempo anche uno specifico prodotto assai imitato all’estero: l’uomo della provvidenza.