Permessi umanitari in scadenza: 11 mila tunisini in attesa di una chance

Loading

BOLOGNA – Tra pochi giorni scadranno i permessi di soggiorno per motivi umanitari rilasciati in seguito agli sbarchi dello scorso aprile. Sono circa 11 mila i tunisini che sono riusciti a ottenerne uno (su circa 24 mila arrivati) e solo 700 di loro si trovano in strutture di accoglienza della Protezione civile. A Bologna sono circa 140 i tunisini ad avere il permesso con validità  6 mesi, ma solo pochi di loro hanno un posto in una struttura di accoglienza. I dati sono resi noti dagli attivisti dell’associazione Ya Basta e dello sportello migranti del Tpo che, in questi giorni, insieme all’associazione Al Sirat, promuove il “kit della dignità ”, una campagna di raccolta fondi per aiutare queste persone a rinnovare il permesso o a chiederne la conversione. La procedura ha, infatti, un costo di circa 70 euro tra marche da bollo, raccomandate e assicurate, e bollettini postali, costo che i migranti difficilmente riuscirebbero a sostenere. “Non si tratta solo di una questione economica, ma di dare loro una possibilità  di inclusione – spiega Neva Cocchi, responsabile Sportello migranti – Per questo abbiamo chiesto anche all’assessore al Welfare di pronunciarsi in merito”. Della questione dei permessi ex articolo 20 si parlerà  nella prossima giunta prevista per mercoledì 5 ottobre. 

Il permesso di soggiorno per motivi umanitari non pregiudica il rinnovo o la conversione. Ma quando chiedere l’uno o l’altra? “In alcuni casi i migranti hanno ricevuto offerte di lavoro – spiega Cocchi – In questo caso, si dovrebbe procedere alla conversione in permesso per motivi di lavoro, senza pregiudizi e senza passare per le quote”. Si tratta di un passaggio importante: in questi mesi sono stati diversi i casi – e Ya Basta ne riporta alcuni anche a Bologna – di datori di lavoro che si sono rifiutati di dare un posto a chi aveva il permesso per motivi umanitari. “Le cause sono l’ignoranza e la diffidenza – continua Cocchi – e non va dimenticato che il ministero non ha mai chiarito quali fossero i termini di validità  di questo permesso”.

Ma la situazione predominante tra gli immigrati con permesso per motivi umanitari è quella di chi un lavoro non l’ha trovato. “Anche perché – chiarisce la responsabile dello sportello migranti del Tpo – non ci sono stati in questi sei mesi percorsi di sostegno all’autonomia”. Per loro l’ipotesi possibile potrebbe essere quella di un permesso per attesa occupazione di sei mesi. “Si tratta di dare loro una chance – dice Cocchi – allungando il diritto di soggiorno di altri sei mesi per consentire loro di trovare un’occupazione”. L’alternativa, conclude Cocchi, è quella “di consegnarli all’invisibilità , al ricatto della crisi economica e alle leggi sull’immigrazione”. Per sostenere la campagna “kit della dignità ” ci si può rivolgere a Ya Basta (yabasta.bologna@gmail.com) o ad Al-Sirat (sportellomedicogiuridico@gmail.com) (lp)

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Razzismo al ministero. Salvini: «Censimento dei Rom, anzi ricognizione»

Loading

Salvini rimpiange l’iniziativa di Maroni di dieci anni fa, che fu fermata dalla giustizia italiana e dal parlamento europeo

Egitto. Digiuno per Alaa Abdel Fattah, anche in Italia sostegno per l’attivista in carcere

Loading

Dal 28 maggio già 75 persone – attivisti, sindacalisti, giornalisti – rinunciano al cibo per 24 ore in sostegno della battaglia dell’attivista egiziano in carcere. Un successo che non è estemporaneo ma che è il segno di una consapevolezza reale di cosa sia oggi l’Egitto di al-Sisi

Dal mito operaio al razzismo machista

Loading

Parigi. Dopo il linciaggio del ragazzo rom, intervista allo scrittore Edouard Louis. «Nella Francia profonda degli uomini duri che passano dalla fabbrica alle sbronze, l’esclusione sociale produce odio, omofobia e razzismo. La rivoluzione conservatrice ha spazzato via ogni traccia della sinistra»

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment