Due donne per Giustizia e Interno in pole Pomodoro e Cancellieri

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ROMA – Suspense fino alle 11, quando Mario Monti salirà  al Colle e darà  la lista a Napolitano. Ma già  ieri sera molte delle dodici caselle del governo Monti – solo queste e non una di più, all’insegna del massimo rigore – erano già  compilate definitivamente mentre altre presentavano dei punti interrogativi.
Primo dato certo: niente vice premier. Fuori i “politici” Gianni Letta e Giuliano Amato. Secondo dato certo: due donne per l’Interno e la Giustizia. L’ex prefetto Anna Maria Cancellieri al primo, dove pure è circolato il none dell’ex prefetto di Napoli Alessandro Pansa. Al secondo l’attuale presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, cui il Pdl ha dato ufficialmente il via libera con una nota in cui si negano «veti» sul suo nome. Resta una piccola incertezza che potrebbe far prevalere l’ex emerito della Consulta Piero Alberto Capostosti o l’avvocato Paola Severino. Quarta notizia sicura: un’altra donna, Luisa Torchia, va alla Funzione pubblica. Quinto punto fermo: l’interim dell’Economia resta in mano al premier Monti. Avrà  quattro sottosegretari per Finanza, Bilancio, Tesoro e Partecipazioni statali. Ovviamente tutti tecnici, come lo saranno tutti gli altri, al di sotto della ventina.
E qui cominciano le incertezze che hanno accorciato il sonno di Monti. A partire dai sottosegretari alla presidenza dove, per il ruolo che con Berlusconi ha avuto Paolo Bonaiuti (portavoce con delega all’editoria) c’è l’alternativa tra Carlo Malinconico, attuale presidente della Fieg e Antonio Catricalà , al vertice dell’Antitrust. Certo invece Antonio Malaschini, ex segretario del Senato, che avrà  la delega ai Rapporti con il Parlamento. Enzo Moavero, ex capo di gabinetto di Monti a Bruxelles, potrebbe conservare lo stesso ruolo.
Esteri e Difesa. Per la Farnesina sfuma la candidatura dell’attuale segretario generale Giampiero Massolo, in pista Giulio Terzi di Sant’Agata, dal 2009 ambasciatore a Washington, oppure Giancarlo Aragona ex omologo a Londra. Per la Difesa “battaglia” tra la Marina e l’Areonautica, dipende se prevale l’ex ammiraglio Giampaolo Di Paola, a lungo capo di gabinetto alla Difesa oppure Vincenzo Camporini, generale dell’aeronautica ed ex capo di Stato maggiore della Difesa. Fuori Rolando Mosca Moschini, ex comandante della Guardia di finanza e attuale consigliere militare di Napolitano.
Nella notte, affannosa ricerca di un nome per i ministeri accorpati della Salute e del Welfare, visto che il candidato Carlo Dell’Aringa, docente alla cattolica, è stato “bocciato” dai sindacati. Da far quadrare anche la casella dello Sviluppo economico dove il candidato prescelto era quello dell’amministratore delegato di Bancaintesa Corrado Passera, ma ambienti economici molto qualificati hanno messo in guardia dal possibile passo falso di togliere, proprio durante questa congiuntura bancaria, il vertice di quell’istituto. Ciò potrebbe favorire l’ascesa di Catricalà . Scontato il ministero dell’Ambiente per l’attuale direttore generale Corrado Clini. Testa a testa tra l’archeologo Salvatore Settis e Andrea Riccardi, leader della potente comunità  di Sant’Egidio, ai Beni culturali. Per l’Istruzione passo indietro del rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi e via libera per Francesco Profumo, presidente del Cnr ed ex del Politecnico di Torino.


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