Monti, via al governo «Ringrazio il Colle»

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ROMA — Sale al Quirinale alle 11 in punto e dopo due ore e mezza di colloquio con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Mario Monti esce dalla sala alla vetrata e legge la lista dei ministri, dopo aver ringraziato il capo dello Stato «per l’onore concessogli chiamandolo a ricoprire l’incarico». Sono sedici, dei quali cinque senza portafoglio, e con due interim: lo stesso Monti all’Economia e Corrado Passera, che oltre alla poltrona dello Sviluppo economico siederà  anche su quella delle Infrastrutture e Trasporti. Ci sono pure tre donne in posti chiave: Interno, Giustizia e Welfare. Sono tutti tecnici, anche se qualcuno può vantare una precedente esperienza nei governi di centrosinistra nella legislatura che va dal 1996 al 2001. È questo il caso di Piero Giarda che avrà  la responsabilità  dei Rapporti con il Parlamento, un dicastero estremamente importante poiché deve tenere i collegamenti con i gruppi che sostengono l’esecutivo in entrambe le Camere. Dopo il giuramento e il passaggio di consegne tra Berlusconi e Monti, il Consiglio dei ministri ha nominato Antonio Catricalà  sottosegretario di Palazzo Chigi. Nella tarda mattina di oggi Monti illustrerà  il proprio programma al Senato e poi, in tarda serata, ci sarà  il voto di fiducia. Domani si replicherà  alla Camera. Sulla carta potrà  contare su una vastissima maggioranza perché soltanto la Lega nord ha dichiarato di non sostenerlo e di passare quindi all’opposizione.
Secondo Monti l’assenza di rappresentanti dei partiti sarà  un elemento di forza. «Sono arrivato alla conclusione — osserva — che la non presenza di politici nel governo lo agevolerà , togliendo un motivo di imbarazzo». E non prevede che in futuro ci siano innesti, esclude cioè un possibile rimpasto. Su questo è categorico: «È stato così interessante e impegnativo arrivare alla compilazione della lista dei ministri che non prenderò in considerazione passaggi in corsa. Perché di corsa si tratterà ». A chi gli fa notare che l’esecutivo da lui guidato è «blindato», il presidente del Consiglio replica sostenendo che la «blindatura di un governo dipende dalla sua capacità  di agire incisivamente e di spiegare ai cittadini e alle forze politiche le sue misure».
Del resto, argomenta riprendendo un concetto già  espresso nei giorni scorsi, «le forze politiche hanno manifestato questa chiara preferenza, uscendo da una fase dialettica molto vivace, a favore di un sostegno a questo governo senza la loro presenza». A suo giudizio «la nascita di un governo innovativo riflette la grande convinzione delle stesse forze che si tratti di un momento straordinario per l’economia e la società  e anche per le difficoltà  esasperate. Spero che il governo dia un contributo al rasserenamento e alla coesione».
Monti non anticipa le linee guida del suo programma. Ricorre all’ironia replicando a una giornalista che lo interroga sulla patrimoniale: «Se vuole può chiederlo…». Offre, però, una chiave di lettura per fare comprendere quali possano essere i provvedimenti che il governo si accinge a varare. «L’affidamento — afferma alludendo a Corrado Passera — a una sola persona del ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture corrisponde a una logica che desidero molto sottolineare: mettere al centro le iniziative coordinate per la crescita dell’economia e lo sviluppo».
La nascita del suo governo riceve, ricorda, «segnali incoraggianti dai partner europei e dal mondo internazionale». «Insieme ce la faremo», dice inviandogli una lettera il presidente francese Nicolas Sarkozy. Da Berlino la cancelliera Angela Merkel annuncia che «vuole incontrare al più presto il nuovo premier italiano del quale ha un’alta considerazione». E il premier inglese David Cameron concorda con Monti, al quale ha inviato un messaggio di saluto, che «la priorità  per l’Italia è adottare dure riforme economiche».


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