Sì alla pillola dei 5 giorni dopo ma per poterla prendere servirà  il test di gravidanza

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ROMA – La pillola dei 5 giorni dopo sta per arrivare in farmacia. Dopo una lunga attesa tra scontri, stop del ministero e paletti del Consiglio superiore di sanità , lunedì il decreto che ne autorizza la vendita sarà  in Gazzetta Ufficiale. Ci sono voluti ben due anni e tre mesi all’Agenzia del farmaco (Aifa) per firmare un’approvazione che ricorda da vicino il lungo iter per il via libera alla Ru486. Quello però è un farmaco abortivo mentre ellaOne, il nome commerciale dell’ulipristal acetato, è un anticoncezionale, come la pillola del giorno dopo, e agisce fino a 120 ore dopo il rapporto a rischio. Se nel frattempo la fecondazione è già  avvenuta non funziona. Avendo però a che fare con il rifiuto della gravidanza anche il nuovo medicinale (approvato dall’Emea già  nel maggio 2009) in Italia è finito al centro di polemiche che ancora non si spengono. Da noi, come chiesto dal Consiglio superiore di sanità  (Css) all’Aifa, prima di prendere la pillola si dovrà  fare un test di gravidanza. Una decisione che non piace ai medici. In nessuno dei 21 paesi europei dove sono già  state vendute 400mila confezioni di ellaOne esiste una regola del genere. «Si tratta di un modo per scoraggiare le donne – commenta Gianni Fattorini di Agite, l’associazione dei ginecologi del territorio – Le persone che vengono nei nostri ambulatori sono in uno stato emotivo particolare, hanno fretta e non hanno voglia di fare esami». La pillola sarà  a carico delle pazienti, come la pillola del giorno dopo e molte anticoncezionali, e costerà  quasi 35 euro, cioè più che in Francia (24 euro) e in Gran Bretagna (17 sterline). La regola del test, secondo l’azienda produttrice Hra Pharma, non è chiara. Il Css nell’introduzione al suo parere parla di esame del sangue, un accertamento che richiede tempo perché va fatto in laboratorio. «Nel testo però si prevede un accertamento con “dosaggio delle beta HCG” – dice Alberto Aiuto, responsabile di Hra Pharma Italia – In quel modo funzionano anche i test sull’urina che si acquistano in farmacia. Abbiamo chiesto a medici legali e ginecologi e ci hanno detto che per come è scritto il parere potrebbe andare bene anche questo». Probabilmente la questione finirà  in tribunale.
Secondo Fattorini il test non va bene. «Per le associazioni scientifiche dei ginecologi è una proposta irrazionale. Per quanto riguarda il sangue, se questa contraccezione è di emergenza non ha senso aspettare gli esami. E poi non ci sono prove che il farmaco faccia male se si prende a fecondazione avvenuta». Critica sull’approvazione Scienza & Vita. «Con il definitivo via libera alla pillola dei 5 giorni dopo assistiamo all’ultimo atto di una progressiva banalizzazione dell’aborto», commenta Lucio Romano, copresidente dell’associazione.


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