Crescita, si riparte da sgravi e opere

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ROMA — Sgravi per le imprese, liberalizzazioni, un anticipo del pacchetto infrastrutture e il ritorno dell’Ice (istituto per il commercio estero). Il contributo del ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture, guidati da Corrado Passera, alla manovra è contenuto in una dozzina di articoli. La novità  dell’ultima ora consiste nell’anticipazione di una parte delle norme sui lavori pubblici e, pare, anche di alcune risorse: il resto sarà  meglio definito nel corso del mese.
Al tempo stesso sembra destinata a restare, malgrado le sotterranee proteste delle corporazioni, la norma-lucchetto che stabilisce, nel caso in cui non dovessero essere riformati gli ordini entro l’anno, la loro abolizione. Una norma che non lascia spazio alla solita melina che fin qui ha reso impossibile il cambiamento.
Pausa di riflessione invece per la proposta messa sul tavolo da Passera di pagare i circa 80 miliardi di debiti della Pubblica amministrazione verso i fornitori in titoli di Stato per allentare la pressione sui Btp, abbassando così i tassi, e accelerare il recepimento della direttiva Ue sulle pubbliche amministrazioni. Una misura che andrebbe a allargare ulteriormente il debito ufficiale.
Risparmi per le imprese. La strada intrapresa, salvo sorprese dell’ultima ora dovrebbe essere quella della riduzione dell’Irap sul costo del lavoro, scartando l’altra possibilità : aumentare la deduzione ai fini di Ires e Irpef. Confermata l’introduzione di un premio per la capitalizzazione con un ritorno della Dit (dual income tax), cioè quella tassazione che consente di attribuire agli incrementi netti del patrimonio dell’azienda (aumenti meno riduzioni) un tasso di rendimento, come se si trattasse di un investimento finanziario. E, quindi di tassare la corrispondente quota parte del reddito d’impresa con un’aliquota ridotta.
Un terzo tipo di incentivo è la detrazione d’imposta del 19% per le persone fisiche che dichiarano oltre 100 mila euro e investono in fondi di venture capital o in start-up.
Le piccole e medie aziende. A favore delle Pmi è previsto un rafforzamento del Fondo di Garanzia con garanzia e controgaranzia fino all’80% delle operazioni finanziarie. L’importo massimo garantito per singola impresa salirebbe a 2,5 milioni.
Un capitolo a parte riguarda gli incentivi per la ricerca: verrebbe confermato il credito d’imposta per le attività  intra moenia delle imprese al 12% dei costi fino a un milione (20% per le nuove imprese innovatrici) e al 5% da un milione in su.
E proroga dovrebbe esserci anche per il bonus energetico fino al 31 dicembre 2014. La detrazione scenderebbe dall’attuale 55% al 52% o al 41%.
Infrastrutture veloci. Sarebbero entrate in corsa alcune norme sui lavori pubblici che in parte riprendono le linee avviate dallo scorso governo. È il caso del riesame dell’elenco delle opere strategiche al fine di individuare le priorità  e velocizzarne l’attuazione. Alcune voci, ieri sera, parlavano anche del reperimento di alcune risorse dei Fondi Fas (fondi per le aree sottoutilizzate) che erano state stornate dallo scorso governo e che andrebbero a finanziare una parte dei lavori.
Per facilitare il finanziamento dei progetti, la durata minima delle concessioni maggiori dovrebbe essere allungata a 50 anni, mentre sono previste agevolazioni fiscali per favorire l’ingresso dei privati nel finanziamento e nella gestione delle opere pubbliche. Per le imprese di piccole e medie dimensioni è previsto che negli appalti si favoriscano i cosiddetti lotti funzionali, cioè dimensionati in modo che non prevalgano solo le grandi imprese o i consorzi. Infine sarebbe stato consentito lo sblocco dei lavori che finora erano congelati in ossequio al Patto di Stabilità , una norma questa fortemente richiesta soprattutto dalla Lega.
Le liberalizzazioni. Ha già  sollevato molte polemiche la norma che estenderebbe la vendita dei medicinali di fascia C con ricetta medica al di fuori dei canali tradizionali, cioè delle farmacie. L’altra ipotesi circolata sarebbe quella di abbassare il quorum abitante per farmacia a 4 mila, uniformandolo su tutto il territorio, così da permettere l’apertura di nuovi esercizi. Oggi, invece, la legge prevede che venga aperta una farmacia ogni 4 mila abitanti nei Comuni con più di 12.500 abitanti e una ogni 5 mila abitanti nei Comuni sotto quella soglia. Quanto ai carburanti, una nuova norma prevederebbe che i gestori al dettaglio possano liberamente rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore senza vincolo di esclusiva per il 50% dell’approvvigionamento.


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