Ebook, Amazon parla italiano ecco lo store con 16 mila titoli

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La letteratura ai tempi di Amazon sbarca in Italia. E lo fa in grande stile, con sedicimila volumi digitali nella nostra lingua e la possibilità  di acquistarli con il più piccolo dei Kindle, lettore di ebook in vendita a 99 euro. Oppure via web, per poi scaricarli su un device come l’iPad o uno smartphone. Quel che colpisce sono i numeri. Perché stando ai dati dell’Associazione Italiana Editori (Aie), romanzi e saggi digitalizzati da noi ammontano a circa diciottomila e ottocento titoli. La multinazionale di Jeff Bezos apre quindi il suo Kindle Store avendo fra le mani un catalogo quasi completo e l’adesione di tutte le maggiori case editrici.
«Non abbiamo incontrato alcuna resistenza, non ci sono state posizioni di chiusura nei nostri confronti», conferma Diego Piacentini, numero due di Amazon. «Solo normali trattative economiche». Insomma, niente scontri come quelli avvenuti negli Stati Uniti, dove le sei grandi case editrici (Hachette, HarperCollins, MacMillan, Penguin, Random House, Simon & Schuster) si erano accapigliate con Bezos sulla questione del prezzo dei bestseller. Amazon li voleva a 9.99 dollari, gli editori invece hanno preteso e ottenuto mano libera anche se a certe condizioni.
«Le strade sono due», spiega Piacentini. «L’editore può vendere l’ebook a noi, che poi stabiliamo il prezzo. Oppure può farlo lui stesso direttamente su Amazon decidendo in autonomia il posizionamento. Ma il costo di copertina, in ogni caso, non può essere più alto di quello della versione cartacea». Gli editori italiani hanno scelto, nella stragrande maggioranza, questa seconda strada. Spinti dalla prospettiva, vedremo quanto reale nei prossimi mesi, di un aumento sensibile del fatturato.
Così come in Spagna, da noi le case editrici sono a volte anche distributori e rivenditori. Era quindi ipotizzabile una cautela iniziale maggiore per proteggere le librerie. Invece le cose sono andate in un’altra maniera. Forse perché l’intero settore, stime sempre dell’Aie, a fine 2011 crescerà  appena dello 0.3 per cento. E da un mercato inesistente come quello dei libri digitali – vale appena lo 0.04 per cento – grazie ad Amazon potrebbe arrivare una boccata di ossigeno. Non a caso dei cento libri più venduti in Italia, ben sessantuno sono già  disponibili sul Kindle Store. Da Gomorra di Roberto Saviano a Un indovino mi disse di Tiziano Terzani, fino ai più recenti Io, Ibra o la biografia di Steve Jobs firmata da Walter Isaacson.
«Negli Stati Uniti, fatte le dovute proporzioni, quando siamo partiti avevamo meno romanzi», continua Diego Piacentini. «Erano circa cinquantamila, diventati dal 2007 a oggi novecentomila. Credo che il successo del nostro modello di business derivi dal fatto che alla fine vincono tutti: noi, gli editori e il consumatore, che in meno di sessanta secondi grazie al Kindle può scaricarsi l’ultima novità  a prezzi concorrenziali ovunque si trovi. Ecco perché dove il Kindle Store è presente, gli ebook via Amazon hanno portato ad una crescita del giro d’affari del 30 per cento».
Come già  avviene negli altri Paesi, è anche possibile pubblicare in proprio romanzi e saggi. È il sistema chiamato Kindle Direct Publishing, che lascia all’autore il 70 per cento delle royalty. Un modo piuttosto semplice di arrivare sugli scaffali virtuali senza dover passare per il vaglio delle case editrici. Altrove ha consentito a scrittori fai-da-te come John Locke, ex assicuratore e immobiliarista, di vendere a 99 centesimi di dollaro i suoi romanzi superando il milione di copie. Eccezione, fra i grandi degli ebook come Stieg Larsson o Michael Connelly, ma pur sempre significativa.
Quel che invece Amazon non farà  per ora è andare a caccia delle penne più quotate sul mercato, come accaduto oltreoceano. Sarebbe una vera e propria dichiarazione di guerra agli editori italiani. «Si tratta sempre di scegliere il momento giusto per le diverse tecnologie», racconta il braccio destro di Bezos. «Avevamo un ebook store già  nel 2000, ma lo abbiamo chiuso perché andava malissimo. Nel 2004 abbiamo capito che gli ebook non funzionavano perché costavano troppo, non esisteva il collegamento diretto al negozio online e bisognava passare per il pc, non c’era un device dedicato. Per far funzionare le cose invece bisogna per forza controllare l’intero “ecosistema”». Dei libri digitali oggi e dei video e della musica domani. Già , perché sono queste le prossime mosse della multinazionale americana. I servizi per l’acquisto di brani e per l’affitto di film sono stati già  lanciati negli Stati Uniti e ora abbinati al nuovo tablet chiamato Fire. E in genere Amazon dopo l’America passa ad Inghilterra e poi al resto d’Europa. «Non posso confermare nulla», conclude Piacentini. «Ma è vero che fino ad oggi abbiamo seguito esattamente questa tabella di marcia».


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