Lo spread supera quota 520 In positivo le Borse europee

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MILANO — Il calo dei rendimenti alle ultime aste dei titoli pubblici è stata solo una parentesi. La pressione sul debito sovrano della Repubblica Italiana non solo non accenna a diminuire ma ha ripreso a salire. Ieri il differenziale tra i Btp decennali e Bund tedeschi ha toccato quota 527. E si è allargata anche la forbice con i Bonos spagnoli arrivata al massimo storico di 195 punti, nonostante le condizioni dell’economia iberica si stiano rivelando peggiori di quanto sembravano, al punto da costringere il nuovo governo a varare un aumento delle tasse, nuovi tagli e a decidere anche per il 2012 il congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici. 
Le Borse europee, complici le festività , hanno marciato a scarto ridotto e, incuranti della nuova impennata degli spread, hanno chiuso l’ultima seduta del 2011 in territorio positivo con Milano in rialzo dell’1,22%. Il bilancio finale dell’anno 2011 resta tuttavia negativo: in dodici mesi Piazza Affari ha perso il 25,9%, Parigi il 18,5%, Francoforte il 15,5% e Londra il 7,1%. A spingerle in alto sono state soprattutto le parole confortanti del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, che in un’intervista al quotidiano «Handelsblatt», ha detto di ritenere che «nei prossimi 12 mesi avremo eliminato i rischi di contagio e saremo riusciti a stabilizzare la zona euro» e ha sollecitato l’entrata in vigore del Meccanismo europeo di stabilità  alla metà  del 2012. «Questo — ha sottolineato il ministro — rappresenterebbe il segnale più forte che i Paesi dell’eurozona sostengono la moneta unica».
Moneta unica che ieri ha subito un’altra battuta d’arresto scivolando sotto quota 1,3 sul dollaro e ai minimi storici nei confronti dello yen. Moody’s ha avvertito che in questo momento le incertezze dei mercati si stanno scaricando proprio sulle valute. E che a provocare il quinto ribasso consecutivo dell’euro è stata l’asta «deludente» dei Btp decennali di giovedì. Nonostante l’iniezione di liquidità  della Bce abbia spinto al ribasso i differenziali sui titoli di Stato italiani a scadenza più breve, ha spiegato l’agenzia di rating, quelli con durata maggiore sono ancora sotto una considerevole pressione poiché gli investitori ritengono che all’inizio del 2012 l’Italia avrà  bisogno di un rifinanziamento consistente. 
Ieri è tornato ad allargarsi anche il differenziale tra i Btp e i Bonos spagnoli, arrivato al massimo storico di 195 punti, nel giorno in cui dalla Spagna sono arrivate notizie tutt’altro che positive sullo stato dell’economia. Il nuovo premier Mariano Rajoy ha annunciato una manovra piuttosto profonda, in seguito al rialzo delle stime sul deficit pubblico del 2011, che sarà  dell’8% e non del 6. Una correzione è non solo necessaria ma anche urgente, ha fatto sapere a stretto giro il commissario europeo agli Affari Monetari, Olli Rehn, il quale ieri dopo aver espresso «rammarico per lo sforamento di bilancio abbastanza consistente» ha chiesto a Madrid di porre rimedio entro il 2013. Rehn ha apprezzato «il significativo pacchetto di misure di bilancio» adottato ieri dal nuovo governo spagnolo. La prima manovra dell’era Rajoy prevede tagli alla spesa pubblica per 8,9 miliardi e maggiori entrate con l’aumento «temporaneo» delle imposte sui redditi e sulla casa per sei miliardi circa. Il governo ha anche prolungato il congelamento degli stipendi pubblici e azzerato il turnover per gli statali, il cui orario di lavoro crescerà  di 2,5 ore settimanali a quota 37,5. È stata poi decisa la riduzione del 20% delle strutture amministrative e la soppressione di 30 direzioni generali. La scure del premier si abbatterà  anche sui costi della politica, con un taglio del 20% dei contributi pubblici a partiti e sindacati.


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