Agguato a Roma, gambizzato ex terrorista perse il posto dopo gli insulti agli ebrei

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ROMA – Due colpi alle gambe e uno al braccio. L’ennesima gambizzazione a Roma è avvenuta intorno alle 20 e 30 di ieri davanti alle Terme di Tivoli, località  alle porte della capitale. Vittima dell’agguato è Francesco Bianco, 51 anni, ex nar, finito alle cronache non molto tempo fa, all’indomani dello scandalo di Parentopoli. Arruolato nelle file dell’Atac, la municipalizzata per il trasporto capitolino nel mirino della procura per una serie di assunzione sospette subito dopo la nomina a sindaco di Alemanno, in occasione del corteo studentesco del dicembre 2010 dal posto di lavoro si collegò a Facebook e scrisse insulti contro manifestanti ed ebrei. «Questi studenti andrebbero ammazzati a colpi di mortaio» e anche «ricoperti di pece bollente». «Fateve raccomandà  se non siete capaci de andà  a lavorà ». Questo gli costò la sospensione dall’Atac.
Ieri sera Francesco Bianco stava camminando in via Tiburtina quando in due su uno scooter si sono avvicinati. Uno è sceso, lo ha chiamato per nome ed ha esploso tre colpi, lasciandolo a terra. I carabinieri del gruppo di Frascati, hanno già  sequestrato le telecamere lungo la strada per tentare di catturare immagini utili alle indagini. Ancora è presto per dire se chi ha premuto il grilletto abbia a che fare con il suo passato nel gruppo armato di estrema destra oppure si ci sia un movente legato al suo presente.
Il nome dell’ex terrorista nero, vicino al gruppo armato di Giusva Fioravanti, più volte, dagli anni Settanta in poi, è stato associato a omicidi e a fatti sanguinari eclatanti. Oltre a essere coinvolto nel ’78 nel delitto di Roberto Scialabba, un elettricista di 24 anni, ex Lotta Continua, assassinato dal gruppo di Fioravanti su una panchina di Cinecittà , nei suoi confronti, nel 1980 venne spiccato un mandato di cattura emesso dalla procura bolognese per la strage di Bologna insieme a quello di altri 27 fascisti. Di tutti i suoi arresti, cominciati a 16 anni, quello è stato certamente il più rumoroso anche se poi è finito nel nulla, con la sua scarcerazione.
Non lontano dall’agguato subìto da Bianco, nel 2010 venne trucidato il camerata suo amico intimo Sergio Calore. Sgozzato con un piccone, in un casolare nelle campagne di Guidonia. E, qualche mese dopo, il consigliere del XX municipio di Roma (Tor di Quinto – Vigna Clara), con delega allo Sport, Andrea Antonini, anche coordinatore nazionale di CasaPound Italia, fu gambizzato mentre in motorino viaggiava sulla Flaminia.


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INTERCETTAZIONI, I DIRITTI DEI MALATI

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Sembra un episodio di “Medici in prima linea”, quando il responsabile dell’assicurazione privata si oppone a che al suo assicurato vengano effettuate cure non coperte dalla polizza. La differenza è che è avvenuto sul serio, in una clinica privata di Palermo, ai danni di malati che facevano la chemioterapia in regime di convenzione, ovvero all’interno del sistema di sanità  pubblico.

Il cardinal Poletti e Renatino

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I misteri sono ancora ben lontani dall’essere svelati, ma il giallo relativo alla sepoltura di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, uno degli ultimi capi della Banda della Magliana – il “Dandi” di «Romanzo criminale» -, tumulato nella basilica romana di San’Apollinare, ora di proprietà  dell’Opus Dei, si arricchisce di nuovi importanti dettagli: il via libera alla sepoltura nella chiesa venne dato espressamente dal cardinale Ugo Poletti, allora – siamo nel 1990 – vicario del papa per la diocesi di Roma e presidente della Conferenza episcopale italiana, e il Comune autorizzò la traslazione della salma dal Verano, dove si trovava, nella basilica di S. Apollinare, promossa surrettiziamente a territorio vaticano.

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