Italia, lo spread degli stipendi i tedeschi guadagnano il doppio

Loading

L’Eurostat calcola le retribuzioni medie. Peggio di noi solo Malta, Portogallo, Slovenia e SlovacchiaDonne e giovani si confermano tallone d’Achille del nostro Paese Neolaureati favoriti in GermaniaSe ci fosse un’agenzia di rating degli stipendi ci avrebbe già  declassato. Secondo i dati dell’Eurostat, il braccio operativo statistico della Commissione di Bruxelles, in Italia lo stipendio medio lordo, comprensivo di tutti gli accessori, dalla tredicesima agli straordinari, è di 23.406 euro annui contro i 41.100 euro della Germania. In altre parole lo spread tra l’Italia e la Germania è del 43,05 per cento: questa è la differenza che separa i salari medi tedeschi da quelli del nostro Paese. I dati, contenuti nel recente “Labour market statistics”, giungono nel pieno del dibattito sul mercato del lavoro e sulla necessità  di restituire potere d’acquisto al lavoro dipendente attraverso lo strumento fiscale. A rendere ancora più disarmante la fotografia è la classifica generale del 2009: retribuzioni più basse di quelle italiane ci sono solo a Malta, in Portogallo, in Slovenia e in Slovacchia.L’Unione europea punta l’indice sui contributi e sugli oneri fiscali a carico delle industrie.

Disoccupazione I subprime e il debito sovrano cancellano 6 milioni di posti    


L’effetto della crisi subprime iniziata nel 2007 e quella dei debiti sovrani già  scattata nel 2009-2010 ha colpito duramente l’occupazione. Nei 27 Paesi dell’Unione europea si è passati dai 17 milioni e 27 mila disoccupati del 2007 ai 23 milioni e 158 mila del 2010 con un incremento del 36 per cento. Il tasso di disoccupazione in Europa ha così raggiunto il 9,7 per cento. Non è andata meglio nell’area dei 17 Paesi dell’Euro dove il tasso di disoccupazione è salito dal 7,6 per cento al 10,1 per cento. In Italia la crisi ha fatto sentire i suoi effetti sul mondo del lavoro: i disoccupati, che nel 2007 erano 1,5 milioni nel 2010 sono saliti a 2,1 milioni. Il tasso di disoccupazione è salito, nello stesso arco temporale, dal 6,1 all’8,4 per cento.

Madri senza sussidi né asili da noi la carriera è un lusso    


Donne in cerca di occupazione e sempre più penalizzate dal mercato del lavoro. Il tasso di occupazione femminile in Italia è tra i più bassi d’Europa. I dati del 2010 indicano che nel nostro Paese è collocato al 46,1 per cento contro 67,7 per cento degli uomini. Una situazione che segnala un “gender gap”, cioè una penalizzazione di genere del 21,6 per cento tra maschi e femmine occupati. Anche in questo caso l’Italia non brilla: in Europa il “gender gap” è limitato all’11,9 per cento e il tasso di occupazione femminile sale fino 58,2 per cento. Mancanza di asili nido, stato sociale con «buchi» evidenti nell’assistenza degli anziani, crisi economica confermano un fenomeno che è un male storico del paese.

Giovani L’ultimo miracolo di Berlino sale l’impiego tra gli under 24    


E’ dramma giovani in Italia e in Europa. La crisi è stata pagata in modo particolare dalle giovani generazioni europee. Nei 27 paesi dell’Unione, il tasso di disoccupazione giovanile, che riguarda i soggetti in un’età  compresa tra i 15 e i 24 anni, è salito dal 15,7 per cento del 2007 al 21,1 per cento del 2010. Nei soli 17 paesi dell’area dell’euro le cose non sono andate meglio: si è passati dal 15,5 per cento al 20,9 per cento. In Italia il fenomeno assume connotati drammatici: nel 2007 i giovani disoccupati erano il 20,3 per cento, dopo il dispiegarsi degli effetti della crisi il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 27,8 per cento. Non tutti piangono, il “fenomeno” Germania è tra i pochi ad aver addirittura ridotto la disoccupazione giovanile passata dall’11,9 al 9,9 per cento.

Retribuzioni Anche i greci prendono di più siamo quintultimi in Europa    


L’Italia è quintultima in Europa nella classifica delle retribuzioni lorde. Su livelli inferiori ci sono solo quelle di Malta, Portogallo, Slovenia e Slovacchia. Secondo l’indagine Eurostat, relativa al 2009 – l’anno più recente per un confronto omogeneo – in Italia un dipendente di un’azienda con almeno dieci persone ha guadagnato in media 23.406 euro lordi, il livello più basso non solo tra i grandi Paesi della moneta unica (la Germania si colloca a 41.100 euro, la Francia a 33.574, la Spagna a 26.316). Anche in Grecia – stando ai dati del 2009 – si guadagna di più: 29.160. Solo la devastante crisi-default di Atene ci ha consentito il sorpasso: i dati 2012 segnalano che la media degli stipendi è ora scesa a quota 11.064 euro.

Aziende Roma, troppo alte le imposte l’impresa rinuncia a reclutare    


Salari bassi, ma come ha segnalato ieri il ministro del Lavoro Elsa Fornero, commentando l’indagine Eurostat, anche un costo del lavoro elevato. Colpa di tasse e contributi, ovvero del cosiddetto cuneo fiscale. Tuttavia le differenze non sono così stridenti. Secondo il rapporto dell’istituto di statistica europeo, nel settore manifatturiero un’ora di lavoro costa in Italia in media 24,02 euro più della media europea che è collocata per i 27 a 22 euro. Ma per l’area euro sale a 27,69 euro. Suscita curiosità  la Germania dove il costo del lavoro per ora è in media – dati del 2008 – di 33,37 euro mentre in Francia è di 33,16 euro. Il costo precipita nei Paesi marginali: in Grecia ad esempio è di 15,77 euro in Romania di 3,20 euro.

Ore lavorate Gli inglesi veri stakanovisti italiani meglio dei francesi    


Chi sono i fannulloni d’Europa? E chi gli stakanovisti? Il rapporto Eurostat fornisce anche un dato sulla quantità  di ore che si lavorano in media in un anno in ogni Paese. I tedeschi lavorano in media nel settore privato (industria, costruzioni e servizi) 1.650 ore all’anno, un po’ più – ma non molto – degli italiani che lavorano 1.614 ore l’anno. In Francia, sempre stando all’Eurostat, si lavora di meno 1.583 ore l’anno. Gli stakanovisti d’Europa risulterebbero gli inglesi con ben 2.126 ore medie annue. Molte ore di lavoro, a testimonianza che la chiave è la produttività  del lavoro e non il tempo impiegato, anche in Nazioni piuttosto deboli: in Romania si lavorano ad esempio 1.852 ore all’anno e a Malta 1.840. In Grecia 1.707 ore.


Related Articles

E i veri grandi predoni rimangono “scudati”

Loading

La legge del 2010. Attività finanziarie, immobiliari e altri investimenti “coperti” ammontano almeno a 104,5 miliardi di euro

LA PROTESTA DELLE DONNE PER LE NUOVE NOMINE ISTAT

Loading

l’Istat è al centro di una rivolta sui social media. Il casus belli è l’esclusione della attuale dirigente del Dipartimento delle statistiche sociali e ambientali, Linda Laura Sabbadini, dalle nuove nomine

In casa o al centro commerciale: così i ragazzi trascorrono il tempo libero

Loading

Indagine Ipsos per Save the Children e Kraft Foods Italia. Un quinto non fa sport: pesano i costi, la mancanza di spazi. Il 9% non pratica sport neanche a scuola. Il 67% cammina meno di 30 minuti al giorno

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment