«La difesa della salute è una forma di lotta per il futuro»

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Un motivo c’è se Medicina Democratica, per il suo settimo convegno nazionale, a 36 anni dal primo congresso fondativo di Bologna, ha scelto di tornare alle origini, di tornare a casa: alla Statale di Milano, dove alla fine degli anni Sessanta, su impulso del medico Giulio Alfredo Maccacaro – che lì insegnava – è nata l’associazione che si impegna in ogni ambito per la difesa della salute, per eliminare le malattie professionali e per combattere l’inquinamento ambientale. «Abbiamo scelto di essere in Statale – spiega Fulvio Aurora, vice presidente di Medicina Democratica – perché in questo luogo siamo nati e qui vogliamo continuare facendo in modo che la memoria del nostro lavoro abbia futuro in un luogo pieno di giovani». Non è un caso se Fulvio Aurora ieri era a Torino, commosso per la storica sentenza contro gli imputati della Eternit, «credo che d’ora in avanti tutti gli altri procedimenti penali in corso dovranno tenerne conto». Negli ultimi anni, MD è intervenuta come parte civile in molti processi. Prima dell’Eternit, c’è stato il processo di Marghera e poi altri ancora come ThyssenKrupp, la clinica Santa Rita di Milano, Fincantieri a Venezia e Palermo, per non dire di quelli che devono cominciare, come il processo alla Marlane di Praia a Mare o la Pirelli di Milano. Il filo conduttore, o lo scopo, della tre giorni di incontri (da giovedì 16 a sabato 18, info www.medicinademocratica.org) intende stimolare e organizzare una partecipazione dal basso che sappia ragionare intorno ai temi della difesa della salute e della dignità  dei lavoratori, aggregando movimenti e gruppi che intendono contribuire alla costruzione di una società  giusta, solidale e democratica. Impossibile dare conto di tutti gli interventi, certo è che la pluralità  delle voci presenti – si parla di sanità  e di beni comuni, di No Tav e neoliberismo, di epidemiologia ed energia, di diritto alla salute e globalizzazione – dà  la fisionomia a quel soggetto politico che è già  presente sul territorio che aspetta solo di essere rappresentato.
Ci saranno Vittorio Angoletto (sulle multinazionali che influenzano la ricerca), Marco Revelli (sulla finanza che strangola la democrazia), Livio Pepino (sul tema della salute come diritto costituzionale), Margherita Napoletano (sul caso San Raffaele paradigma della sanità  privata). E, come piacerebbe sottolineare a Maccacaro, Lorena Tacco, una operaia della Eureco di Paderno Dugnano, la fabbrica di stoccaggio di rifiuti che il 4 novembre 2010 esplose uccidendo quattro operai dipendenti di cooperative in subbalto. Dal giorno della tragedia i lavoratori superstiti e le famiglie delle vittime sono senza lavoro, senza entrate (non hanno diritto ad ammortizzatori sociali). Nessuno si occupa di loro, non le istituzioni, non il sindacato. Medicina Democratica ha anche scritto al Presidente della Repubblica per denunciare lo stato di abbandono di queste persone. «Come è noto – scrive l’associazione – il Presidente Napolitano è molto sensibile al problema delle morti sul lavoro, quindi siamo fiduciosi del fatto che risponderà ». Nel frattempo è stato aperto un conto di solidarietà  per i lavoratori Eureco: IBAN n.IT71P0760101600000009791656.


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