Messina, portacontainer si arena tra le case

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MESSINA – Un errore umano. È l’ipotesi più accreditata dalle indagini della Capitaneria di porto e dalla Procura di Messina sull’incidente al cargo Hc Rubina, lungo 126 metri, arenato sabato notte a pochi metri dalle case sul litorale di Ganzirri, a Messina. Nessuna avaria e nessuna risposta alle 5 chiamate della stazione di controllo radar che aveva registrato il passaggio fuori rotta. Nello Stretto di Messina è infatti attivo il sistema Vessel traffic service, che traccia il movimento delle navi che attraversano il difficile passaggio. «Per proseguire da sud verso nord le navi all’altezza di Villa San Giovanni devono effettuare una accostata a dritta (svoltare a destra, ndr) – spiega il comandante del centro radar Vts, Antonio Samiani – la Hc Rubina ha proseguito dritto. Appena abbiamo visto che aveva superato la corsia di separazione abbiamo chiamato più volte, ma senza risposta». Al comando del cargo un ufficiale ucraino, 41 anni, che è stato interrogato tutta la notte dopo avere rischiato di travolgere le abitazioni sul mare del villaggio messinese di Ganzirri. La nave, battente bandiera di Antigua e Barbuda, proveniva dal porto turco di Iskandur ed era diretta a Marina di Carrara. Tutti salvi i 16 membri dell’equipaggio, due ucraini e 14 srilankesi, rimasti sulla nave fino alle 16 di ieri, quando la Hc Rubina è approdata al porto di Messina trainata dai rimorchiatori e scortata dalle motovedette. 
Sulla chiglia c’è solo una piccola falla causata dallo scontro con la costa. Da qui l’ipotesi dell’errore umano: un colpo di sonno, o un elevato tasso alcolemico del timoniere. Un inquietante risveglio per gli abitanti della zona. Specialmente per Salvatore Ursino, sottoufficiale in seconda sulla Costa Concordia in servizio il giorno dell’impatto all’isola del Giglio, che vive a pochi metri dagli scogli che hanno frenato la corsa della portacontainer.


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