Uno sciopero per noi tutti

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In ballo la difesa dei diritti violati, un modello di sviluppo non energivoro e l’agibilità  democratica in Italia In piazza ci saranno anche studenti, precari, pensionati. E la Valsusa, perché il sindacato è da sempre anti-TavLa Fiom ha scritto a tutti i parlamentari ed europarlamentari italiani invitandoli a partecipare alla manifestazione del 9 Marzo sulla base della denuncia di una palese violazione dei diritti costituzionali attuata ai danni dei lavoratori metalmeccanici messa in atto, innanzitutto, dalla Fiat. Se il Gotha del Partito democratico ha deciso di non partecipare, vuol dire che non riconosce o più semplicemente accetta questa violazione. Per carità , non è cosi, precisa il gruppo dirigente del partito: il Pd dà  forfait perché sul palco della Fiom ci saranno rappresentanti del movimento No Tav. I quali, com’è noto, sono politicamente sieropositivi. 
Casualmente, chi prenderà  la parola per spiegare le ragioni del valsusini sarà  il presidente della Comunità  montana, addirittura iscritto al Pd. Questo è quanto ha precisato Maurizio Landini ai giornalisti, aggiungendo che l’opposizione della Fiom al Tav, al Ponte sullo stretto, al nucleare è di antica data, convinta e condivisa nell’organizzazione. Un’opposizione motivata dalla necessità  di investire fondi pubblici e privati per attivare lavoro finalizzato a costruire un diverso modello di sviluppo, socialmente e ambientalmente compatibile, non energivoro. Punto.
Venerdì i metalmeccanici si riprenderanno le strade e le piazze del centro di Roma con un unico, grandissimo corteo. Con loro ci saranno gli studenti che chiedono una scuola pubblica e un lavoro, i precari che chiedono stabilità  e un reddito di cittadinanza, ambientalisti, intellettuali che difendono la cultura, operatori di un’informazione sempre più monopolizzata che invece difendono la pluralità . Ci saranno pensionati e lavoratori di tutte le categorie Cgil che non sono disposti a veder manomesso l’articolo 18. Tutte persone che sanno che l’attacco ai metalmeccanici, se non sarà  fermato, sarà  un apripista per ridurre l’agibilità  democratica di tutti i cittadini.
Se è vero, come tutti i sondaggisti ci spiegano, che intorno al governo Monti c’è un consenso grandissimo nel paese, la stessa cosa dovrebbe valere in casa metalmeccanica, incalza un giornalista. Sbagliato, risponde il segretario della Fiom, raccontando come in tutte le assemblee operaie le critiche alle politiche governative si moltiplichino. Vogliamo parlare di pensioni? Uno schiaffo a chi ha lavorato una vita e non gli basta ancora, uno sberleffo ai giovani che vedono sempre più distante la possibilità  di uscire da una condizione di precari o peggio disoccupati. Vogliamo parlare di art. 18 e della libertà  di licenziamento, in nome dei giovani naturalmente? Vogliamo parlare della crescita delle diseguaglianze sociali, della sterilizzazione del testo unico di sicurezza? 
Insomma. Dice Landini, la Fiom è stata con la Cgil l’unica organizzazione sindacale che si è battuta contro il governo Berlusconi, «e lo rivendichiamo». Ciò non impedisce agli operai metalmeccanici di giudicare e criticare il governo dei tecnici con la stessa libertà  e autonomia esercitate ai tempi di Berlusconi o di Prodi. Insomma, la manifestazione di venerdì si annuncia quanto mai pepata e potrebbe diventare un punto di riferimento per i soggetti più colpiti dalla crisi. 
Dal palco di piazza San Giovanni parleranno gli operai dei grandi gruppi, alternati da interventi di intellettuali, attori, rappresentanti dei movimenti e dell’associazionismo, dei beni comuni. È la democrazia il tema che unisce. Si parlerà  molto dell’assassinio della democrazia in atto alla Fiat, naturalmente, di diritti e contratti negati. Si chiederà  al governo, direttamente al presidente Monti, di convocare Marchionne e impegnarsi a impedire la fuga dell’auto dall’Italia. 
Serve un piano straordinario per un’occupazione pulita e compatibile con i diritti dei lavoratori e dell’ambiente, insiste Landini. A questo scopo devono essere attivati investimenti pubblici e privati. L’Italia ha bisogno di tutto, tranne delle grandi opere inutili e dannose. Oltre settecento pullman arriveranno a Roma, i treni sono interdetti alla Fiom come a chiunque non faccia parte della minoranza della popolazione che si sta accaparrando tutta la ricchezza. Un ex segretario della Cgil trasporti è diventato lo strumento per distruggere un servizio pubblico, mettendo la pietra tombale su una storia di mezzo secolo di treni speciali «democratici». Prezzo pieno, oppure tutti a piedi, o in pullman. Gli affari sono affari, la democrazia non è più compatibile con il mercato. 
Ma il 9 Marzo non ci sarà  solo una grande manifestazione, ci sarà  lo sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici. Uno sforzo straordinario per chi ha ancora un lavoro, sia pure precario, sottopagato, a rischio. Uno sforzo, quello delle tute blu, un atto di generosità  nei confronti di noi tutti.


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