Verso il 30 marzo, i pacifisti vanno a quattro marce

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Tutto è pronto per il 30 marzo quando centinaia di migliaia di persone marceranno verso Gerusalemme chiedendo «la fine dell’occupazione e delle politiche israeliane di apartheid». Ma i media israeliani sono di diverso avviso: si tratta di una marcia pensata, finanziata e sostenuta dall’Iran. «Teheran sta appoggiando questo evento tramite dichiarazioni ufficiali e propaganda – scriveva qualche giorno fa il quotidiano israeliano Ynet – il sostegno iraniano è evidente soprattutto in Libano dove Hezbollah e la Jihad islamica palestinese stanno partecipando all’organizzazione della marcia».
Da mesi Israele porta avanti una campagna volta a snaturare il vero significato dell’evento, replicano invece gli organizzatori della marcia. A sostenere l’iniziativa ci sono centinaia di diverse istituzioni palestinesi ed internazionali. Inoltre, come ha spiegato Said Yakin, uno degli organizzatori, «la marcia sarà  pacifica e, pertanto, ci aspettiamo che le forze di occupazione ci trattino senza violenza come hanno trattato le centinaia di migliaia di manifestanti che sono scesi in piazza in Israele l’anno scorso» sempre nel Giorno della Terra.
Il conto alla rovescia è iniziato. Tra cinque giorni avranno inizio le mobilitazioni. Un primo raduno avrà  luogo in Israele e vedrà  come protagonisti i palestinesi cittadini di Israele, che sono i soli ai quali sarà  permesso raggiungere la Città  Santa. Da parte loro i palestinesi della Cisgiordania organizzeranno manifestazioni pacifiche presso i posti di blocco di Betlemme e Qalandyia. Una terza marcia partirà  dall’Egitto e tenterà  di arrivare nella Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. Infine manifestanti libanesi e giordani faranno pressione sui relativi confini.
L’idea di una marcia globale pacifica per Gerusalemme è nata l’anno scorso e si è successivamente concretizzata in una serie di conferenze tra diversi comitati di molte nazioni. Fondamentale è stato il meeting di Beirut, tenutosi lo scorso gennaio, dove si è deciso di organizzare una marcia il 30 marzo, giorno importante per il popolo palestinese. 
Questa data infatti ricorda gli avvenimenti del marzo 1976, quando le autorità  israeliane confiscarono migliaia di ettari di terra ai cittadini arabi reprimendo poi con la forza le ondate di proteste e di scioperi. In quell’occasione sei manifestanti furono uccisi e centinaia feriti ed arrestati.
A Beirut i rappresentanti dei comitati internazionali hanno redatto e pubblicato la dichiarazione di principi «Appello alla Libertà », condannando quella che definiscono «la campagna di pulizia etnica in corso nei territori palestinesi occupati» e invitando i rappresentanti della società  civile internazionale a prendere parte a questa marcia.


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