Belsito ai giudici: “Bossi sapeva tutto”

Loading

MILANO – Più che un interrogatorio, un vero e proprio monologo. Con Francesco Belsito, il plurindagato ex tesoriere del Carroccio, che ha spiegato – venerdì scorso, nella caserma del Nucleo di polizia tributaria di via Filzi -, ai pm di Milano, Alfredo Robledo, Paolo Filippinie Roberto Pellicano, la sua versione sullo scandalo dei fondi elettorali della Lega, in parte spariti, in parte investiti all’estero con meccanismi poco chiari.

Ma, soprattutto, con un atteggiamento molto preciso sul coinvolgimento dei vertici di via Bellerio sulle sue «uscite». E senza che i pm lo incalzassero, l’ex tesoriere indagato a Milano per truffa e appropriazione indebita, ha anche spiegato come ogni investimento «fosse a conoscenza del segretario Umberto Bossi».

Minime, secondo questa versione, le sue responsabilità . Addirittura nessun illecito per gli acquisti dei diamanti, operazione che secondo le parole dello stesso ex tesoriere lumbard, non sarebbe stata effettuata utilizzando i suoi conti bancari. Una tesi che, però, non avrebbe convinto a pieno i tre magistrati impegnati nell’inchiesta milanese, che da giorni stanno tentando di rimettere a posto tutte le tessere del complicato rompicapo nella gestione dei fondi della Lega nord. Sui magistrati di Milano interviene Bossi: «Stanno coprendo qualcuno.

Noi siamo sotto attacco perché sfidiamo lo Stato. Ma non si illuda chi pensa che la lega scomparirà ». L’accusa più pesante che coinvolge Belsito è quella di riciclaggio. Ieri, dal primo pomeriggio fino a sera, in una caserma della Dia di Milano, con al fianco i suoi avvocati, Alessandro Vaccari e Paolo Scovazzi, l’ex tesoriere ha dovuto rispondere alle domande del pm di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo. Spiegando, soprattutto, le motivazioni che lo hanno spinto a mettere nelle mani di un uomo in odore di ‘ndrangheta, il denaro del suo ex partito.

Ma i guai sembrano solo appena iniziati. Infatti, sempre ieri, la Lega ha dichiarato apertamente guerra a chi, fino a poche settimane fa, ha gestito i milioni di finanziamenti pubblici (solo 18 quelli ottenuti ad agosto). In questo caso, la denuncia è partita per il presunto dossier che Belsito avrebbe confezionato nei confronti di Roberto Maroni, ma fino a oggi mai emerso nell’inchiesta. Intanto, si è presentato in procura Alberto Veronesi, ex leghista di Bologna che aveva denunciato già  due anni fa alla procura della sua città  i meccanismi messi in atto «per falsificare spese elettorali e rendiconti». Nell’esposto di una decina di pagine con 14 allegati di documentazione, consegnato ieria Milano alla Guardia di Finanza, Veronesi punta il dito contro Nadia Dagrada, segretaria amministrativa della Lega Nord. Era lei, si legge nel documento, ad «apporre delle “correzioni” al prospetto spese, indicando modalità  di spese che apparivano anomale o irregolari, financo specificando come alcune di esse dovessero essere effettuate in contanti senza lasciare traccia». Veronesi parla dell’«escamotage del versamento sul conto corrente del partito di Reggio Emilia che avrebbe provveduto a pagare le spese elettorali, mentre le fatture venivano poi intestate alla Lega Nord di Milano». Per Veronesi sarebbero la prova di un sistema di «false redazioni di rendiconti». «Già  nel 2010 – scrive questi rilievi erano certamente a conoscenza degli organi di controllo della Lega Nord, perché inviati per raccomandata al Consiglio federale composto tra gli altri dagli allora ministri Bossi, Calderoli, Maroni e dagli allora sottosegretari Giorgetti e Belsito e Alessandri».


Related Articles

Napolitano rinvia Prodi alle Camere “Nessuna alternativa, l’Unione promette unità”

Loading

Follini spiega il suo sì: “In questa situazione un governo è necessario” Il premier: “Riparto con slancio rinnovato”. D’Alema: “Certa

Caso emendamenti, tutti contro tutti

Loading

Il governo vara il Milleproroghe dopo il ritiro del decreto «salva Roma» Grasso accusa partiti ed esecutivo: avevano approvato le modifiche

Amministrative, si vota il 27 e il 28 maggio

Loading

Eventuali ballottaggi domenica 10 e lunedì 11 giugno. Alle urne 29 capoluoghi. Sfide aperte a Genova, Verona, Parma e Palermo

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment