Produzione gas, la prima volta in Russia dell’Eni

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mosca – Sarà  gas italiano quello estratto in un angolo sperduto della Siberia centrale a ridosso del Circolo Polare Artico. Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni giunto nello Yamal Nemets, terra di cacciatori di renne e di immensi giacimenti di idrocarburi, lo ha sottolineato con grande soddisfazione: «Per la prima volta in Russia non saremo solo partner commerciali ma anche partner industriali». Vuol dire che l’impianto di Samburskoje inaugurato solennemente dai vertici dell’azienda italiana e da uno stuolo di autorità  locali, estrarrà  da subito gas e liquidi per 43mila barili al giorno e che di questi, 14mila saranno di spettanza Eni. La capacità  massima dovrebbe arrivare nel 2015 quando i barili diventeranno 145mila di cui 43mila in quota Eni. Il gas prodotto verrà  venduto a Gazprom mentre Eni manterrà  il diritto di riacquisto e commercializzazione sul mercato interno russo. Particolare fondamentale anche per i russi che più volte hanno incontrato difficoltà  nella distribuzione sul proprio territorio delle loro ricchezze energetiche.
L’impianto di Samburskoje è stato realizzato da Severenergia, la società  suddivisa in parti uguali tra Eni e i colossi russi Gazprom e Novatek. E per l’Eni rappresenta una svolta storica nelle attività  commerciali con la Russia che risalgono addirittura agli anni 50 con il primo accordo siglato da Enrico Mattei.
La notizia ha subito avuto un benefico influsso sulle azioni in Borsa di Enel ed Eni ed ha fatto da lieta colona sonora ad una visita ufficiale che si svolgeva in contemporanea a poche ore di aereo. A Mosca infatti il ministro degli Esteri Giulio Maria Terzi e il suo collega della Difesa, l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, hanno ricevuto congratulazioni per l’inaugurazione dell’impianto siberiano e promesse di accordi futuri, sia negli incontri con i loro omologhi russi che nella chiacchierata di quasi un’ora al Cremlino con il presidente uscente Dmitrj Medvedev. L’agenda di Terzi e Di Paola era sopratutto incentrata sulle questioni più delicate di politica internazionale come la partnership russa nella Nato e la tormentata gestione della crisi siriana. Ma, come sempre in questi casi, gli accordi economici hanno avuto la loro parte. Proprio al termine dell’incontro con Medvedev Terzi ha voluto precisare che «l’apertura del nuovo impianto rappresenta un bel salto di qualità , la dimostrazione che la partnership con la Russia sta dando risultati di grande portata». Concetto che ha ribadito poco dopo in un incontro con gli imprenditori in Russia garantendo il «massimo impegno del governo per il sostegno alle aziende italiane in questo Paese». Lo stesso Medvedev si è dilungato sulle prospettive future e ha assicurato la «massima collaborazione» con il governo Monti invitando il premier italiano per una visita a Mosca che si svolgerà  a fine anno. Sempre a margine della festa siberiana di inaugurazione, Paolo Scaroni ha annunciato un imminente progetto con la società  energetica russa Novatek «in un Paese fuori Russia, finora non noto per l’estrazione degli idrocarburi». Un Paese nuovo che «potrebbe riservare belle sorprese».


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