Draghi: tassi fermi, tocca ai governi Obama chiama Monti e Merkel

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FRANCOFORTE — La crescita di Eurolandia resta «debole, con un’incertezza accentuata che pesa sulla fiducia e sulla situazione di mercato», mentre «sono cresciuti i rischi al ribasso» nelle prospettive economiche. La Banca centrale europea ha deciso ieri a larga maggioranza di lasciare invariato il costo del denaro all’1%, pur tenendo aperti i «rubinetti» della liquidità  per le banche; ma la valutazione meno ottimistica sulla crescita, data ieri dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, lascia aperta la porta a un ribasso del costo del denaro (auspicato ieri solo da alcuni nel Consiglio della Bce) e atteso ora dagli operatori a partire dal mese prossimo. 
Ma finora, come ha spiegato il presidente della Bce a Francoforte, il «potenziale indebolimento» dell’economia ha riscontro solo nel peggioramento dei dati delle proiezioni e delle aspettative, ma non ancora nelle stime dello staff della Bce. Queste previsioni sono rimaste invariate per il 2012 — con una contrazione del Pil pari allo 0,1% — e ridotte all’1% dall’1,1% stimato in marzo. Bisognerà  dunque attendere ulteriori dati reali per essere certi sull’andamento dell’economia, mentre la Bce, ha spiegato Draghi, rimane «pronta ad agire» in ogni momento, «senza impegnarsi in anticipo», e monitorando l’andamento dell’inflazione, che rimarrà  sopra il 2% quest’anno, ma secondo le stime della Bce calerà  in media all’1,6% nel 2013. Draghi ha ribattuto anche alle recenti critiche all’Europa del presidente americano Barack Obama: «Non è giusto né equilibrato dire che l’Europa sia la sola responsabile della crisi», ha detto. Ed è passato quindi a lodare alcuni Paesi come l’Italia, la Spagna, l’Irlanda, il Portogallo e la stessa Grecia. 
Tuttavia, l’ex governatore di Bankitalia ha anche esortato i governi di Eurolandia ad avere una «visione» per l’Europa e di fare la loro parte. «Alcuni problemi della zona euro non hanno niente a che vedere con la politica monetaria», ha sostenuto Draghi. Per il presidente della Bce «non è giusto che la politica monetaria compensi l’inerzia delle altre istituzioni». 
Nel frattempo, ieri Obama ha chiamato il premier italiano Mario Monti e la cancelliera tedesca Angela Merkel; i leader hanno sottolineato la necessità  di rafforzare la zona dell’euro e stimolare la crescita. Proprio oggi Merkel, in un’intervista che sarà  trasmessa dall’emittente pubblica Ard, annuncerà  la presentazione, nel prossimo vertice europeo in programma a fine giugno a Bruxelles, di un piano di lavoro per fare avanzare il processo di unificazione politica della Ue: «Noi diciamo che abbiamo bisogno di più Europa, che non abbiamo solo bisogno di un’unione monetaria, ma che serve anche una cosiddetta unione fiscale, cioè più coordinamento per le politiche di bilancio». Ma soprattutto, ha continuato la cancelliera, «abbiamo bisogno di un’unione politica, il che significa che dobbiamo dare, passo dopo passo, più competenze all’Europa, accordando all’Europa anche più poteri di controllo». 
Anche l’Eurotower continua a fare la sua parte. Per stabilizzare i mercati, ieri la Banca centrale ha deciso di rafforzare il sostegno straordinario alle banche, prolungando le aste a tasso fisso — a una settimana, un mese e tre mesi — e a liquidità  illimitata fino all’inizio del 2013. Un provvedimento accolto con favore dai mercati, insieme alla speranza di un prossimo ritocco del costo del denaro, e di una soluzione della crisi spagnola. La quale potrebbe concretizzarsi nell’erogazione di crediti straordinari, dal Fmi o dal Fondo salva Stati Efsf, con un programma di austerità  meno onerosi per Madrid, che secondo il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung eviterebbe di danneggiare la reputazione del governo di Mariano Rajoy. Comunque sia, secondo Draghi, la Spagna deve essere «realistica» nella valutazione della necessità  di ricapitalizzazione delle banche. Milano, «maglia rosa» fra le Borse, ha guadagnato il 3,5%, Parigi il 2,42%, Londra il 2,36% e Francoforte il 2,09%. Mentre l’euro ha recuperato a quota 1, 2446 dollari e lo spread fra i Btp e i Bund è calato a quota 430 punti.


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