La Difesa Salvate le spese militari e gli F-35 da 12 miliardi “Cancellati” 2.500 soldati

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 E’ tempo di sacrifici per tutto il Paese e il ministro Giampaolo Di Paola ha già  segnalato la disponibilità  delle Forze Armate a bilanci più austeri. Ma alla fine i tagli della Difesa sembrano davvero poca cosa, sia nel testo della Spending Review sia nel progetto di riforma dello strumento militare, in discussione al Senato.
Dal confronto fra i due documenti sembra che la scure, più che sulle spese in sistemi d’arma non sempre indispensabili, si abbatta di più sui posti di lavoro: «Il totale degli organici delle Forze armate è ridotto in misura non inferiore al 10 per cento», diceva la bozza delle Disposizioni per la revisione della spesa pubblica.
Nel 2013 un militare su dieci — a meno di essere riassorbito nella Pubblica amministrazione — doveva andare in aspettativa. Poi un ritocco dell’ultimo momento ha ridotto i militari «di troppo»: saranno solo 2.500 a lasciare i ranghi (ma con il 95 per cento dello stipendio, che verrà  pagato sempre dal bilancio della Difesa).
Un sacrificio generalmente ben accolto è quello sulla cosiddetta mini-naja, voluta dall’ex ministro La Russa, i cui fondi vengono tagliati per 5,6 milioni di euro. Al contrario sembra tramontata
del tutto la proposta di tagliare i risarcimenti per le vittime dell’esposizione a uranio impoverito, un’idea che aveva suscitato indignazione fra i militari e le famiglie. Il fondo per le missioni di pace, recita il testo di legge, «è incrementato di 1.000 milioni di euro». In realtà  è una riduzione di oltre 400 milioni, perché gli stanziamenti attuali prevedevano 1.430 milioni. E questo vuol dire che i contingenti schierati in Afghanistan, nei Balcani e in Libano dovranno probabilmente essere ridotti. Non è ben chiaro come, dato che la presenza dell’Italia è concordata con l’Onu e la Nato: dall’Afghanistan, per esempio, non si potrà  partire se non a fine 2014.
Nella bozza di legge è stato cancellato il comma sulla «Rimodulazione delle forniture militari », quello che avrebbe imposto al ministro «un risparmio non inferiore ai 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014». Una quota già  considerata modesta dagli addetti ai
lavori, che però è sparita.
Se non ci pensa la legge sul risparmio, i sacrifici dovrebbero essere contenuti nel progetto di riforma complessivo, firmato dall’ammiraglio Di Paola, su cui il Senato discute in questi giorni. Invece proprio su questa leggequadro si sono indirizzate le perplessità  della Ragioneria generale dello Stato. Durante le audizioni a Palazzo Madama, i rappresentanti della Ragioneria hanno definito la bozza «un documento che non comporta risparmi, ma rimodula la spesa». In altre parole, il piano della Difesa è quello di «ridurre le spese del personale, ma per aumentare le spese destinate all’esercizio e agli investimenti». La prima voce riguarda la spesa destinata all’addestramento, ridotta negli anni scorsi fino al limite, e considerata invece essenziale. La parola «investimenti», invece, è quella su cui le discussioni sono accanite: comprende anche l’acquisizione di sistemi d’arma. Di Paola parla di «alta tecnologia
», intendendo di fatto due programmi: uno è quello del «soldato futuro», la digitalizzazione delle truppe, per cui si prevede una spesa pari a 16 miliardi. L’altro — 12 miliardi — riguarda i controversi F-35, gli aerei più costosi della Storia, duecento milioni di dollari l’uno. I cacciabombardieri sono al centro di polemiche ovunque: negli Usa sono stati considerati «un disastro » dai commentatori politici di Foreign Policy, poi il Pentagono ha ammesso i caccia non sono protetti contro la guerra elettronica e potrebbero essere persino «hackerati». Nei giorni scorsi persino il senatore Carl Levin, presidente della commissione Forze armate, ha chiesto che Pentagono e Congresso premano sulla Lockheed perché l’azienda abbassi i suoi listini. In Italia i caccia sono al centro della campagna «Taglia le ali alle armi », ma il ministro non è disposto a rinunciarci, anche perché gli F-35, nella versione a decollo corto, sono indispensabili per la prediletta portaerei Cavour.
Ora però i tagli previsti nella Spending review impongono una revisione anche alla leggequadro: i risparmi ottenuti dalla riduzione del personale saranno riassorbiti, ma non potranno essere indirizzati verso «investimenti di alta tecnologia».


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